Autonomia, l'affondo di Caldoro: «Così De Luca tradisce la Campania»

Autonomia, l'affondo di Caldoro: «Così De Luca tradisce la Campania»
La Campania ha presentato al governo la sua proposta di autonomia differenziata con un elenco di sette materie. Lei, da responsabile Autonomie per Forza Italia ed ex presidente...

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La Campania ha presentato al governo la sua proposta di autonomia differenziata con un elenco di sette materie. Lei, da responsabile Autonomie per Forza Italia ed ex presidente della Regione, come la valuta?

«Siamo di fronte a un atto gravissimo - risponde Stefano Caldoro - è una resa, è il tradimento del fronte del Sud».
 
Tradimento? Forza Italia a febbraio ha votato con la maggioranza l'ordine del giorno che dava mandato a trattare.
«C'è stata una violazione dei patti presi in Consiglio regionale».

Questione di forma?
«No. Di sostanza. Nell'articolo 3, quello sulle risorse, la Campania accetta il meccanismo della spesa storica, proprio quello che sta danneggiando tanti Comuni e che è la trappola che ingabbia i servizi nel Mezzogiorno».

Per la verità si legge che i fabbisogni vanno «calcolati in funzione del livelli essenziali delle prestazioni» e «non della spesa storica».
«Questo al comma 1. Poi però al comma successivo si consente di partire transitoriamente con la spesa a legislazione vigente. Cioè la spesa storica. Anche se, con doppiezza, non la si chiama così ma ovviamente la spesa vigente è quella storica».

Per un solo anno, però.
«Serve a partire. Ma se poi dopo dodici mesi i livelli essenziali delle prestazioni (che mancano da dieci anni) non ci sono ancora che si fa? Intanto la diga è caduta, l'acqua è uscita. I principi non si mediano al ribasso: la spesa storica è sbagliata. Anche solo per un anno, anche per un giorno, anche per un'ora».

In una trattativa i compromessi sono inevitabili.
«Ma questo non è il compromesso, è la proposta iniziale della Campania. E, nella proposta, c'è già la resa alle tesi di Bonaccini, di Fontana e di Zaia. E l'ordine non è quello alfabetico».

Cosa intende?
«Che secondo me è Bonaccini il vero ispiratore di questo testo. Da presidente della Conferenza e dell'Emilia Romagna gli serviva una Regione del Sud che aprisse uno spiraglio. Certo, poi ne saranno contenti anche i presidenti di Lombardia e Veneto. Da parte di De Luca siamo di fronte a una doppiezza ipocrita. A un tradimento. E ogni tradimento presuppone uno scambio».

Parole pesanti. Che la obbligano a non essere generico. A che scambio allude?
«De Luca sacrifica la Campania per rafforzare se stesso. Bonaccini ha sostenuto con forza la sua conferma alla guida della sanità campana come commissario. E gestire la sanità è utile in vista delle elezioni».

Le elezioni però si avvicinano per tutti. Anche lei può essere accusato di alzare la voce in vista di una campagna elettorale che potrebbe vederla fra i protagonisti...
«Il centrodestra in Campania si deve ancora ricomporre. Ma quella è un'altra storia. Io sto citando solo fatti. Atti ufficiali. L'ordine del giorno sull'autonomia che abbiamo approvato in Consiglio regionale era di tutt'altro tenore rispetto al testo consegnato al governo da De Luca e conteneva esplicito riferimento ad azioni legali per impugnare gli atti in contrasto con gli interessi della Campania. Adesso ci ritroviamo un testo che rompe il fronte delle Regioni del Sud proprio sul punto delicatissimo della spesa storica. La Calabria prima e la Sicilia poi hanno approvato documenti che indicano come condizione preliminare la definizione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni. E anche la Corte dei Conti, per citare la più recente delle audizioni parlamentari, conferma che senza i Lep e senza la perequazione non si può partire con l'autonomia differenziata».

Come valuta invece le sette materie richieste? C'è anche l'istruzione, sia pure «compatibilmente con il carattere nazionale della scuola pubblica». Eppure il 23 aprile scorso De Luca aveva dichiarato: «No alla regionalizzazione del sistema scolastico».
«Anche a me non convince. Ma in tale caso rispetto l'autonomia della giunta, cui spettava individuare le materie. È il principio per il loro finanziamento che va difeso. E a me, come capo dell'opposizione, tocca dirlo».

Cosa propone, visto che ormai il testo è consegnato al ministro delle Autonomie Erika Stefani?

«Di ritirarlo immediatamente e di sostituirlo con una proposta più meditata, cancellando quelle cinque righe che indeboliscono la Campania. Si può fare. Si deve fare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino