Avvocati, è ressa per le liste a Napoli. E in tribunale arriva la polizia

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Notte di attesa all'esterno del Consiglio dell'ordine degli avvocati, c'è chi non ha dormito per presentare la candidatura della propria lista. Palazzo di giustizia, l'alba che non ti aspetti, con decine di avvocati che si ritrovano all'esterno di un ufficio chiuso. Apre alle nove, c'è chi pensa di piazzare un foglio di prenotazioni a mo' di ufficio postale d'altri tempi. Ed è il foglio che fa scattare la ressa, quando ormai la stanchezza prende il sopravvento. Sono le nove dell'ultimo sabato dell'anno, c'è chi protesta, la situazione sembra precipitare. Tocca al presidente in carica Maurizio Bianco chiamare la polizia. Arrivano gli agenti, calma ripristinata, anche se la querelle interna al mondo degli avvocati è ancora aperta. Questione candidature, anzi, questione candidabilità. Come è noto, la Cassazione (suprema corte) ha posto dei paletti: non è candidabile chi è al terzo mandato consecutivo. Scoppia la bagarre delle interpretazioni, tanto che c'è chi rinuncia, sollevando il problema, e c'è chi conferma la propria candidatura, con tanto di comunicati stampa. Proviamo a fare chiarezza.


I CONTI
Due giorni fa, il presidente Bianco ha ribadito la legittimità della propria candidatura, alla luce di un ragionamento: il suo primo mandato, ma anche il mandato in corso, sono durati meno di due anni, rendendo possibile riproporre la propria candidatura. Ieri è toccato anche all'ex presidente del consiglio dell'ordine Armando Rossi ufficializzare la conferma della sua candidatura: «Ho presentato la candidatura, unitamente alla squadra di Avvocati di Evoluzione Forense per l'elezione del nuovo Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli. Ritengo di essere nel possesso dei requisiti di candidabilità ed eleggibilità previsti dalla legge, in quanto in precedenza non ho svolto due mandati con durata di almeno due anni. Rivolgo un accorato invito a tutti a stemperare i toni accesi degli ultimi tempi e al massimo rispetto delle regole».

LA PENALISTA

Intanto, però, non mancano motivi di dissenso, come emerge dall'intervento dell'avvocatessa Barbara Berardi, penalista di riconosciuta esperienza, che decide di uscire dalla lista Rossi: «Facevo parte della lista elettorale Evoluzione Forense, il cui candidato Presidente è Armando Rossi. Una lista costituita da tutti rappresentanti delle associazioni forensi napoletane, con cui ho condiviso un percorso elettorale strutturato sulla linea del cambiamento a tutela della classe ed in particolare della giovane avvocatura. Nutro grande stima nei confronti dell'avvocato Armando Rossi e di tutti i componenti della lista ma, alla luce della recente pronuncia delle Sezioni Unite, ho avvertito l'esigenza di non proseguire il percorso intrapreso. Tale decisivo intervento chiarificatore non lascia spazio ad alcuna interpretazione diversa rispetto alle puntuali motivazioni espresse dalla Suprema Corte. Il mio auspicio, pertanto, è che vengano rispettati tutti i principi enunciati dai giudici della Suprema corte». Stesso ragionamento a Nola, dove interviene un veterano come Mario Papa (già presidente nazionale Aiga), che rivendica l'importanza dei principi del limite di mandato e della rotazione delle cariche: «Trovo inaudito che ci si ponga un problema del genere, mostrando disprezzo delle regole, di fronte a una sentenza che parla chiaro. C'è bramosia delle cariche, se ne infischiano anche del massimo organo giudicante». Intanto, al Consiglio nazionale forense sono stati rieletti gli avvocati Francesco Caia e Maria Masi per il quadriennio 2019-2022.

l.d.g. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino