Italia-Inghilterra, piano del prefetto di Napoli: «Blindare le zone del tifo»

Italia-Inghilterra, piano del prefetto di Napoli: «Blindare le zone del tifo»
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Se è vero che tutto è un numero, e che tutto può essere ricondotto ad un algoritrmo, allora andiamoci piano. Affidiamoci innanzitutto alla dea bendata, nella speranza che assista gli 11 di Mancini. E dunque forza Italia. Ma niente «fan zone». Ma che cosa potrebbe accadere se alla fine della partita di Wembley che incoronerà la squadra campione d’Europa ad alzare la coppa ci saranno gli italiani? Napoli sorvegliata speciale. Come Roma, Milano, Palermo, Firenze e tutte le altre città le cui piazze e strade rischiano di trasformarsi in un fiume di euforia collettiva ai tempi della pandemia. La prefettura di Napoli ha già predisposto un piano per l’ordine pubblico. Vediamone i dettagli. 

Vietati i maxi-schermi. Nessuna autorizzazione concessa, nessuno stadio o area aperta per consentire raduni all’aperto in occasione della finalissima di calcio tra Inghilterra e Italia. La Questura di Napoli - con il questore Alessandro Giuliano in prima fila a coordinare controlli e interventi - ha predisposto un piano che vale per la città, come per il resto di tutta la provincia. Tolleranza zero: niente raduni e assembramenti sulle piazze e sulle pubbliche vie del capoluogo e della provincia. «Un piano flessibile», lo definiscono fonti ufficiali della Questura diretta da Alessandro Giuliano, al quel il prefetto ha delegato il coordinamento del controllo del territorio. Polizia, carabinieri, finanzieri e agenti della municipale dalle 20 di oggi saranno dispiegati in tutti i quartieri cittadini per garantire che - al di là di ogni risultato della partita finale degli Europei di calcio - nulla vada per il verso storto e nulla crei intralci e soprattutto problemi di natura sanitaria.

Un piano flessibile. Questo è il canovaccio sul quale da stasera alle 21 e fino alla fine del match di Wembley saranno impegnati almeno 2000 uomini delle forze dell’ordine e della polizia locale. Obiettivo principale: bloccare ogni tipo di manifestazione pubblica con schermi giganti ed assembramenti. Centrale e strategico - in questa azione di contrasto - sarà il ruolo delle centrali operative. Fino a stasera nessun maxi impianto video è stato rilevato, dal centro alle periferie. Ma questo non può indurre a pensare che stasera - soprattutto se l’Italia dovesse superare l’Inghilterra - l’incontenibile gioia dei tifosi armati di bandiere e trombette trasformerà Napoli in un immenso catino capace di sprizzare gioia e potenziale contagio. Le scene già viste in piazza del Popolo a Roma, dov’era stato allestito un maxischermo e dove l’euforia collettiva ha fatto dimenticare che viviamo ancora in un momento di delicatissima prevenzione dal Covid. I controlli, serratissimi, sono iniziati già da ieri. Alla vigilia della finale del Campionato europeo di calcio si intensificano i servizi per evitare soprattutto l’installazione di maxischermi abusivi e scongiurare assembramenti che potrebbero favorire il contagio. Le forze dell’ordine continuano senza sosta il monitoraggio del territorio. 

Qual è l’incognita? È presto detto: i locali, bar, pub, pizzerie e luoghi di ristorazione aperti in strada. È qui che si annideranno i capannelli di decine e centinaia di persone (molti come al solito gli imbucati) che anziché godersi la finale degli Europei a casa decideranno di seguire gli azzurri in tv. Niente maxischermo all’Olimpico di Roma e neppure a Milano, e nemmeno a Napoli. Mentre altre città hanno deciso invece di mantenere la tradizione della partita trasmessa in piazza, invitando alla prudenza. Tutto lasciato al caso, più che alla buona volontà. E dunque occhi puntati - e massima sorveglianza da parte di polizia, carabinieri, finanzieri ed agenti della polizia municipale - soprattutto sui locali che somministrano pasti e bevande, con i loro dehpors. Eccola la vera incognita sulla quale le forze dell’ordine da stasera e fino a notte fonda avranno da lavorare. 

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Il Mattino