Bagno di folla per il ritorno di Renzi a Napoli: c'è anche la Boschi

Bagno di folla per il ritorno di Renzi a Napoli: c'è anche la Boschi
Sala stracolma al Circolo Artistico Politecnico di piazza Trieste e Trento per Matteo Renzi. Folla delle grandi occasioni per la presentazione del suo libro Un'altra strada....

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Sala stracolma al Circolo Artistico Politecnico di piazza Trieste e Trento per Matteo Renzi. Folla delle grandi occasioni per la presentazione del suo libro Un'altra strada. Ad ascoltarlo fan di ogni età e molti dirigenti Pd accorsi ad omaggiare l'ex segretario a poche ore dalle primarie di domenica che per la prima volta lo vedono solo spettatore interessato. Pensare che l'ultima volta che Renzi era arrivato da premier a Napoli si erano registrati scontri polizia-centri sociali e il sindaco de Magistris lavorava a «derenzizzare» la città. La sala si è riempita talmente tanto che la polizia ha impedito l'ingresso a decine di persone, tra cui alcuni parlamentari come Lello Topo o dirigenti come Massimiliano Manfredi ed Emilio Di Marzio. Ad accompagnarlo il deputato Gennaro Migliore, a scortarlo in veste di organizzatori uno staff di giovani guidati da Tommaso Ederoclite e Luciano Crolla. Tra i tanti hanno risposto presente Mario Casillo, Assunta Tartaglione, Massimo Costa, Nicola Marrazzo, Pina Picierno, Valeria Valente, Umberto De Gregorio, Venanzio Carpentieri, Piero De Luca, Stefano Graziano, Angelica Saggese, Paolo Siani, ma anche Francesco Tuccillo, presidente Acen.

 
«Sono felice di questa straordinaria risposta. Per la prima volta non vengo a Napoli a chiedere il voto - ha detto per rompere il ghiaccio - Ora ci sono le primarie e dico: vinca il migliore, l'importante è che il giorno dopo non ci sia lo stesso trattamento che si è riservato a me. Il confronto in tv? Non l'ho visto». Il discorso si è concentrato sulle politiche del Governo e sull'ideologia che lo pervaderebbe. «Emma Marrone ha detto aprite i porti ed è stata insultata con i Bot ingegnerizzati, Ravasi ha citato il Vangelo ed è stato attaccato dalle falangi leghiste: ormai l'odio è la caratteristica italiana mentre noi siamo il Paese della bellezza e della cultura». Nel mirino poi «incompetenza e fake news» che secondo Renzi uniscono Cinquestelle e Lega («su questo sono la stessa cosa»). A Napoli non poteva mancare un passaggio su Salvini contro gli immigrati: «Al museo di Ellis Island ci sono migliaia di italiani, anche 247 Salvini ma purtroppo il 248esimo Salvini immigrato è rimasto qui - ha detto scherzando - I cartelli Non si affitta ai terroni che scrivevano tanti anni fa contro i meridionali non li dimentichiamo: dimostrano che la questione dell'emigrazione e dell'immigrazione non nasce certo oggi. Salvini cantava senti che puzza scappano anche i cani stanno arrivando i napoletani e poi gli fanno il baciamano ad Afragola». Che cosa serve allora al rilancio del Mezzogiorno? «L'ingegneria dei Borbone era superiore a quella dei Savoia, però non basta la storia, qui si deve costruire il futuro. Bagnoli si è fermata di nuovo dopo 22 anni, dobbiamo completare la Napoli-Bari, invece per i Cinquestelle il futuro appartiene a chi non vuole sudare e viene deresponsabilizzato col reddito di cittadinanza». Nota dolente la scuola: «In Campania ho perso una grande battaglia - ha ammesso - a Firenze incontro molte insegnanti campane che mi dicono che sono dovute emigrare. Eppure ho messo 3 miliardi di euro nella scuola e ho avuto uno sciopero del 97 per cento a cui non hanno partecipato solo mia moglie e altre cinque docenti», ha ammesso facendo parziale autocritica.


Nel giorno in cui la madre è stata rinviata a giudizio per una vicenda giudiziaria a Cuneo, l'ex premier ha ribadito la sua posizione: «Sui miei genitori spero si facciano presto i processi, continuerò a non parlare male dei magistrati (su questo ha salutato Graziano, prosciolto in una indagine che gli costò le invettive dei grillini, ndr). Dobbiamo essere sempre dalla parte della giustizia e contro il giustizialismo». Ha voluto dire la sua anche Maria Elena Boschi, giunta a Napoli a sorpresa: «Occorre aspettare che i magistrati facciano il proprio lavoro, aspettare i processi. È quello che ho chiesto anche io quando è toccato a mio padre. Il tempo ha dimostrato la verità perché il caso è stato archiviato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino