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«Il tema delle bonifiche a Bagnoli non è nuovo. Premetto: non sono un esperto ma avendo una responsabilità approfondisco i temi. Senza andare in Germania nella Ruhr, abbiamo anche in Italia, in Campania, esperienze di progetti portati avanti dal dipartimento di Agraria della Federico II e dall'Arpac, come Ecoremed, che mettono in luce come la messa in sicurezza dei terreni grazie alla vegetazione sia utile per un risanamento ambientale». Lo dice Riccardo Villari, presidente della Fondazione Idis-Città della Scienza, dopo l'intervento di due agronomi sul Mattino, Antonio Di Gennaro e Massimo Fagnano, che spiegano come «con la giusta vegetazione si possa riuscire a mettere in sicurezza l'area del parco di Bagnoli in pochi mesi».
I due esperti, uno dei quali (Fagnano), docente di Agraria della Federico II, ha spiegato: «Basterebbe usare tappeti erbosi e alberi per ridurre la possibilità di dispersione nell'aria di particelle inquinanti. È un intervento che viene fatto sempre su siti considerati contaminati. A Bagnoli ci vorrebbe una vegetazione adeguata, dei prati, con la scelta giusta delle specie che crescono bene d'estate. Nel frattempo che i vari soggetti litigano, aprite il parco, fate una gara, chiamate un progettista agronomo e progettate la messa in sicurezza della zona».
Villari, lei cosa pensa di ciò che hanno detto gli agronomi?
«Che in quanto esperti andrebbero ascoltati.
Intanto secondo lei si può aprire il parco, come sostengono gli esperti?
«Una riflessone va fatta, soprattutto per quanto riguarda la destinazione dei suoli da bonificare. Non so se siano stati fatti carotaggi di recente, ma si potrebbe immaginare di bonificare i suoli dove si vogliono costruire strutture residenziali mentre in altre zone di Bagnoli, dove magari fare campi sportivi e passeggiate, potrebbe essere utilizzata questa tecnica della vegetazione. Sulla bonifica integrale ho sempre avuto qualche perplessità. Ho massimo rispetto per tutti, non voglio essere presuntuoso, ma chiunque amministra ha il dovere di approfondire delle tematiche e avere l'umiltà di farlo».
Facciamo un salto un po' più in là e arriviamo a Città della Scienza. A che punto è la questione ricostruzione museo?
«Noi siamo pronti a partire domani. Non capisco perché dopo 8 anni ancora non ci fanno ricostruire il museo. È tutto pronto. Stiamo aspettando un riscontro dopo la cabina di regia con il ministro per il Sud Mara Carfagna e la Regione. L'area è già bonificata e stiamo sollecitando tutti i giorni affinché ci diano riscontri. Il Comune di Napoli non era di questo avviso, ma ci auguriamo che l'amministrazione attuale o quella che verrà sblocchino la situazione. Ripeto, aspettiamo solo il via libera. Chiaro che comunque noi siamo una piccola parte di Bagnoli, però simbolicamente immagino quanto sarebbe importante partire con la ricostruzione del museo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino