A Bacoli task force contro la pesca di frodo nell'area marina protetta, un comportamento criminale duro a morire. La Guardia costiera di Baia - con il secondo Nucleo subacqueo...
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A conclusione del sequestro si è provveduto a presentare una denuncia a carico di ignoti alla Procura della Repubblica di Napoli, mentre continuano le indagini a cura di Locamare Baia. La task force è stata coordinata da Ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli e Reparto operativo della Direzione marittima della Campania. Un intervento che «ha evidenziato la costante attività tesa al contrasto del fenomeno della pesca illegale - spiega il comandante Paolo Rinaldi - e finalizzata alla sicurezza della navigazione, nonché alla salvaguardia ambientale in zona di area marina protetta», a tutela delle peculiarità ambientali e storiche. Attenzione alta dunque nel parco archeologico sommerso di Baia, dove sono stati intensificati i controlli grazie alla operazione «Mare sicuro 2019», che punta ad assicurare una corretta fruizione di mare e spiagge. Al setaccio tutta la costa campana, mirando a salvaguardare anche gli ecosistemi marini. In campo, dal primo giugno al 15 settembre, cento uomini della guardia costiera, 24 imbarcazioni e altrettanti battelli. Riflettori accesi dunque nelle aree marine protette. Qui il monitoraggio intende contrastare sia gli ormeggi dei natanti da diporto, per scongiurare danni ai reperti romani inabissati dal bradisismo, che la pesca di frodo nella riserva naturalistica. Nel perimetro del parco, esteso per 77 ettari, sono custodite vestigia della città di epoca imperiale, dimore e complessi termali, quanto resta del Portus Julius. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino