Yohan, il bambino malato di cuore: un'adozione nel Napoletano gli ha salvato la vita

Yohan, il bambino malato di cuore: un'adozione nel Napoletano gli ha salvato la vita
«Siamo consapevoli che il cammino è ancora lungo, ma noi tre, insieme, siamo pronti ad affrontare qualsiasi sfida». Una mamma e un papà con lo sguardo...

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«Siamo consapevoli che il cammino è ancora lungo, ma noi tre, insieme, siamo pronti ad affrontare qualsiasi sfida». Una mamma e un papà con lo sguardo volto al futuro, di fronte alla grandezza della vita mentre crescono il proprio figlio, salvato da morte certa grazie al loro amore, e insegnano che la genitorialità può andare oltre ogni legame biologico. Antonella Illiano e Gianluca Nocera, 48 e 47 anni, sono due coniugi di Castellammare di Stabia e dal 2018 la loro vita è cambiata. «Si è riempita di magia», dicono all’unisono. È allora, infatti, che hanno deciso di prendere in affidamento preadottivo Yohan, un bambino di quasi due anni della Costa d’Avorio. Yohan, accudito nell’Orfanotrofio Les Anges de Padre Pio, era un bambino malato, i suoi giorni erano contati; era nato nel 2016 con una triplice cardiopatia congenita e più passava il tempo e più le speranze di sopravvivenza, in Africa dove le strutture sanitarie attrezzate sono una chimera, diminuivano. C’era bisogno di un intervento urgente e solo in un Paese sviluppato e con ospedali specializzati il piccolo si sarebbe potuto salvare. È qui che Antonella e Gianluca, volontari della Onlus nazionale «Una voce per Padre Pio» hanno fatto una scelta d’amore: hanno deciso di adottare il piccolo per salvargli la vita, nonostante fossero consapevoli che non sarebbe stato facile e ci sarebbe voluto più coraggio per occuparsi di un bimbo malato anziché di uno sano.

«La triplice cardiopatia congenita - racconta Antonella - nei Paesi poveri porta alla morte tanti bambini. In Italia e nei Paesi sviluppati può essere diagnosticata anche durante la gravidanza e i piccoli vengono operati alla nascita, ma in Africa non ci sono strumenti. Dovevamo fare presto, salvare Yohan». Il rischio non li ha fermati, l’amore è andato oltre ed hanno optato per l’adozione. Così la Onlus ha organizzato una campagna di solidarietà il piccolo Yohan è stato trasportato d’urgenza con un’ambulanza dalla Costa d’Avorio a Napoli. Era il febbraio del 2018. Yohan era più piccolo dei bambini della sua età: la malattia blocca la crescita e può portare all’arresto cardiaco. Ad affrontare la sfida di operare il suo piccolo cuoricino malato è stato il primario di Cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale Monaldi di Napoli, il professor Guido Oppido. L’operazione é andata bene e Yohan, 5 anni il prossimo 8 novembre, cresce vispo e gioioso ed è salvo, anche se costantemente monitorato. «Dopo tre mesi di degenza in ospedale lo abbiamo portato a casa. Appena lo abbiamo visto - racconta Antonella, commossa - così piccolo, tra mille tubicini e quegli occhioni grandi neri ci è scoppiato il cuore. É stato un colpo di fulmine. Ora, a tre anni dall’operazione, Yohan sta meglio ed è sempre contento. Ha il senso della famiglia, frequenta la scuola materna e tifa Napoli e Italia». «Dobbiamo tanto al professore Oppido - aggiunge papà Gianluca Nocera - che ha salvato Yohan e lo adora, e al presidente della Onlus Enzo Palumbo per tutto ciò che ha fatto e continua a fare per tanti bambini sfortunati».

Ora il piccolo Yohan è diventato il testimonial della missione internazionale «Cuori ribelli» organizzata dalla Onlus «Una voce per Padre Pio»; la missione prevede la costruzione di un reparto di Cardiochirurgia Pediatrica nell’ospedale in costruzione in Costa D’Avorio. Il reparto, teso a salvare tanti piccoli che ancora rischiano la vita per le stesse malformazioni cardiache di Yohan, avrà la supervisione del professore Oppido. Qualche sera fa il piccolo è apparso tra le braccia di Mara Venier, nella trasmissione Rai «Una voce per Padre Pio» con il concerto teso a raccogliere fondi per l’ospedale. «Adotteremmo Yohan altre mille volte - conclude Antonella - e ci sono tanti bimbi come lui che attendono di essere salvati, il peso della paura e della burocrazia passano soltanto guardandoli negli occhi. Poi riempiono d’amore le nostre vite. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo un’esperienza genitoriale incredibile, un’esperienza che rafforza e fortifica. Vogliamo portare la nostra testimonianza sperando che altre famiglie possano occuparsi di bambini in difficoltà, ci sono tanti “piccoli Yohan” che aspettano di essere salvati». 

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Il Mattino