Napoli – Ancora nessuna soluzione per i residenti dei bipiani di Ponticelli, complesso residenziale completamente costruito in amianto. Il campo di via Isidoro Fuertes -...
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A tenere ancora lì tante famiglie è la necessità di un tetto sopra la testa e nient’altro. Alcuni si sono ammalati di gravi patologie e sostengono che esiste una correlazione con la loro presenza in questi alloggi fatiscenti attorno ai quali ci sono due scuole, una clinica privata e tante altre abitazioni.
Decine e decine di fili elettrici scoperti, gli allacci sono di fortuna e alcuni abusivi. Un sistema fognario vero e proprio non esiste. Ma a preoccupare è soprattutto la lacerazione delle lastre di amianto: qualcuno ha provato a risistemare al meglio ma le condizioni restano precarie. L’umidità non dà tregua, così come le lamelle sprigionate fanno paura.
Durante il primo incontro a Palazzo San Giacomo il comitato dei residenti ha chiesto conto degli impegni assunti dal Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, “per i quali ci sarebbero stati nel bilancio previsionale i fondi necessari per l'abbattimento del campo”.
«Si registra con chiarezza che nel bilancio previsionale non ci sono fondi dedicati a tale scopo e non vi è alcuna soluzione abitativa programmata per accogliere le persone che resterebbero senza casa qualora il campo venga superato. Ci riteniamo largamente delusi e insoddisfatti per l'ennesima fumata nera e frustarti per l'ennesima dichiarazione di "buona volontà" che abbiamo dovuto incassare».
A denunciare la situazione di stallo è Patrizio Gragnano, portavoce degli abitanti, che aggiunge: «Abbiamo scritto ai capogruppo in Consiglio Comunale per chiedere di emendare il bilancio in aula e prevedere risorse per il superamento del campo bipiani di Ponticelli. Torneremo a monitorare l'azione degli enti locali valutando nuove e più incisive forme di lotta a difesa del diritto alla salute e alla casa».
Ma arriva anche una proposta. Gragnano ha individuato una struttura comunale: si tratta di una ex scuola in via Stefano Barbato a Barra – sempre nell’area est di Napoli – che potrebbe essere risistemata per dare uno spazio dignitoso a tante persone. In realtà sul territorio le strutture abbandonate sono tante. Al momento, però, non sono state stanziate risorse per far fronte a una emergenza conosciuta da tutti.
«Hai visto come siamo rovinati?» chiede Claudio, uno dei residenti che vive da dieci anni in questo posto. Lui conosce gli effetti disastrosi dell’amianto: racconta di aver perso sua moglie e ora si ritrova solo a crescere una bambina. La sua speranza è quella di tutti gli altri che sopravvivono in quest’angolo di periferia che crea imbarazzo per tanti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino