Napoli si apre a blockchain e criptovalute. Sul sito del Comune è comparsa una singolare chiamata pubblica per «istituire un gruppo di studio» per capire...
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Nella nota si legge che la blockchain, renderebbe possibile «garantire una reale partecipazione popolare alla vita collettiva, che è la base di un modello di autogoverno che metta al centro dei processi decisionali il volere del popolo sovrano». Dunque l'Amministrazione Comunale ha intenzione di istituire un gruppo di lavoro su base volontaria che avrà il compito di elaborare ed eventualmente attuare obiettivi legati alla tecnologia blockchain. In particolare il team dovrà studiare come applicarla in uno dei processi amministrativi della macchina comunale, come fare ad accettare pagamenti in criptovalute, ad esempio per l'accesso al Maschio Angioino o per pagamenti di servizi, come attuare una raccolta fondi basata su criptovalute e infine generare, distribuire e utilizzare una nuova criptovaluta (Ico) legata all'economia della città. Una reminiscenza di una vecchia proposta di de Magistris che qualche anno fa propose senza seguito il «Napo» come moneta cittadina.
«Ad oggi - si legge ancora nella nota - non esiste adeguata conoscenza e sperimentazione di blockchain e criptovalute all'interno delle pubbliche amministrazioni nel mondo ma tale tecnologia, se ben applicata, potrebbe contribuire al miglioramento delle attività svolte. Per tale motivo il Comune di Napoli promuove un gruppo di studio su tali argomenti». L'invito è aperto ad associazioni, università, centri di ricerca, studiosi e cultori della materia che vogliono aderire al gruppo di lavoro. Per rispondere alla call basta compilare il form sul sito del Comune di Napoli. Chissà se tra qualche anno al botteghino del Maschio Angioino ci sarà anche il cartello «bitcoin accettasi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino