Bomba al market, vendetta per il no al pizzo di Pasqua

Bomba al market, vendetta per il no al pizzo di Pasqua
Spari, stese, auto incendiate e saracinesche divelte da bombe sono ormai fatti di cronaca a cui si assiste da più di un anno, nell'indifferenza di quasi tutti i...

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Spari, stese, auto incendiate e saracinesche divelte da bombe sono ormai fatti di cronaca a cui si assiste da più di un anno, nell'indifferenza di quasi tutti i cittadini. L'ultimo episodio di cronaca in ordine di tempo è avvenuto a Pasquetta. Una nuova bomba carta, alle 21,45, a un'attività economica della città. Ad essere colpito è stato il minimarket «Eccomi», su corso Vittorio Emanuele III, a ridosso del quartiere Annunziata e del quadrilatero Carceri, storica roccaforte del clan Gionta. Un esercizio commerciale la cui titolare è legata da parentele con alcuni spacciatori della zona, ma gli inquirenti al momento non escludono nessuna pista.


LE INDAGINI
La polizia, guidata dal dirigente Claudio De Salvo, coordina le indagini sull'accaduto. Al vaglio tutte le ipotesi, tra cui la possibilità della ritorsione per il mancato pagamento del pizzo di Pasqua. A lanciare l'allarme sui social, nonostante il frastuono della bomba si sia sentito a centinaia di metri di distanza, è stato il consigliere comunale di DemA Pierpaolo Telese, che da mesi sta sollecitando l'amministrazione ad un consiglio comunale monotematico sull'escalation criminale. «C'è poco da fare, la criminalità ha rialzato la testa e si sta facendo vedere e sentire nel modo che conosce meglio. Le forze dell'ordine dovranno dirci le ragioni dell'atto, ma la matrice è chiara. Purtroppo ad essere assente è la politica, che seppur sollecitata a un'assise straordinaria pubblica con magistrati e forze dell'ordine non ha ancora risposto». Dalle stanze comunali è lo stesso sindaco Vincenzo Ascione a sollecitare gli imprenditori a reagire e denunciare. «Moltiplicheremo gli sforzi per contrastare tali fenomeni» dice, rinnovando la fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine. «Invito, però, gli imprenditori e le forze sane della città a denunciare eventuali tentativi di intimidazione e vessazione della malavita locale».

LE REAZIONI

Altra lettura del fenomeno da parte del presidente dell'Osservatorio per la Legalità Giovanni Taranto. «Non bisogna sottovalutare gli episodi ma non devono indurci nel panico. La camorra di oggi sta provando a riorganizzarsi e lo deve fare con violenza, perché non ha più il potere e il controllo del territorio di una volta. Come Osservatorio abbiamo già discusso di racket e lo faremo anche alla prossima riunione del 3 maggio. Quello che però dovranno fare i commercianti e gli imprenditori è un mutamento di coscienza, unendosi e non rimanendo divisi come sono oggi. Seguendo l'esempio di Ercolano si può crescere e dare una svolta». Dal mondo della chiesa, il parroco dei Salesiani don Antonio Carbone è netto: «Torre vive un venerdì santo infinito, una città crocifissa che stenta a rinascere. Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino