Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha incontrato all'interno dell'aeroporto militare di Napoli Gino Sorbillo, il pizzaiolo titolare dello storico esercizio del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Salvini mi ha invitato per mostrarmi la solidarietà per la bomba e io ho accolto l'invito, gli ho raccontato la mia storia e questi giorni particolari. Il ministro mi ha ascoltato con concentrazione e mi ha detto che presto verrà nel centro storico di Napoli e nella mia pizzeria Sono sicuro che verranno individuati gli autori di questo scandaloso crimine», ha detto Sorbillo all'uscita dell'aeroporto.
«Ho detto a Salvini che continuerò a fare il mio lavoro con fiducia - ha spiegato Sorbillo - anche per questo sono vestito con la giacca da pizzaiolo, perché è quello che sono. Quello a me è stato un attacco al commercio, alla Napoli che lavora, agli esercizi commerciali, per poi giocarsi questo attacco dicendo che se lo fanno a me lo possono fare e tutti. Resto fiducioso nelle indagini, mantengo l'ottimismo e soprattutto amo Napoli».
Salvini e Sorbillo hanno affrontato anche il tema della riqualificazione del centro storico di Napoli: «Molti problemi si annidano nei vicoletti di Napoli, vanno rivitalizzati e bonificati», ha riferito il pizzaiolo: «Se mettiamo le telecamere nelle strade principali e poi i vicoletti restano anche occupati materialmente con architetture abusive e invasive non va bene. Bisogna bonificare i vicoletti di Napoli».
E ai giornalisti che gli chiedevano se vede la mano della camorra dietro l'attacco, Sorbillo ha risposto: «Credo che non siano state persone normali a fare questa cosa ma hanno fatto un gesto troppo eclatante. Non avevo ricevuto minacce, ma chi ha fatto questa cosa all'improvviso non so che ragionamento abbia fatto, perché mettere un ordigno a Sorbillo? Sanno bene che non ho mai pagato e non pago. Hanno voluto colpire me forse per dare un segnale a un simbolo del rinascimento commerciale di Napoli, che dà anche una spinta ad altri, dicendo a tutti ce la possiamo fare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino