Piazza Leonardo sta per compiere i sette anni di battaglie legali, e la partita non è ancora chiusa. Il cantiere inaugurato per la costruzione dei 150 box interrati tra via...
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LA STORIA
Difficile mettere ordine in una storia legale così lunga e intricata iniziata nel 2013. Tra ricorsi, dispositivi, ordinanze, relazioni dei Vigili del Fuoco, pompe di benzina, serbatoi fantasma, sentenze di Tar e Consiglio di Stato, giudici, assessori e avvocati hanno scritto e firmato diverse centinaia di pagine sui box di piazza Leonardo. Dopo due gradi di giudizio e altrettante sentenze, la prima causa, quella che vedeva il ricorso di alcuni cittadini contro la costruzione dei box auto, si è conclusa a favore di Comune e Celebrano. Poi Palazzo San Giacomo, in seguito ad «inadempimenti e problemi economici della cooperativa - dice Calabrese - ha deciso l'anno scorso di operare una risoluzione della convenzione fatta alla Celebrano per la costruzione dei parcheggi». Il provvedimento di «risoluzione della convenzione» è stato impugnato dalla cooperativa a maggio del 2018, ed è su questa risoluzione che i giudici hanno dato ragione alla Celebrano riaprendo alla costruzione dei box. Di fatto, dunque, la terza sentenza ha annullato la risoluzione. Il Consiglio di Stato, se interpellato, potrebbe a questo punto annullare la sentenza del Tar che annulla la risoluzione. Un'odissea legale, si diceva.
LA COOPERATIVA
I residenti di piazza Leonardo sono divisi su più fronti: alcuni vorrebbero riappropriarsi della piazza. Altri (quelli che avevano investito migliaia di euro nella costruzione dei box) vorrebbero recuperare i loro soldi. Altri erano contrari ai parcheggi fin da principio e altri ancora sono semplicemente esasperati dalle continue voragini nel sottosuolo (la piazza è un cantiere anche in questi giorni, è in atto l'installazione di cavi elettrici dopo il black out vomerese dei mesi scorsi). Di fatto, in strada la situazione non si è mai davvero sbloccata, nonostante la costruzione di un tratto fognario realizzato dalla Celebrano, che ne ha sostenuto i relativi costi: «La sentenza del Tar - precisa Ezio Maria Zuppardi, legale della cooperativa - non si pronuncia sui costi (per circa 2 milioni di euro) sostenuti dalla Cooperativa per la ristrutturazione del tratto fognario. In quanto la pronunzia del Tar dichiara improcedibile la domanda avanzata per il rimborso di tali costi, avendo accolto la domanda principale riferita all'annullamento del provvedimento comunale di risoluzione della convenzione e sulla cui scorta si potrà proseguire l'esecuzione del parcheggio».
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Il Mattino