Evacuazione bradisismo, piano Napoli operativo. Cosenza: «Ma l'emergenza non c'è»

Interessati 300mila abitanti dei quartieri occidentali

La Solfatara
Se la caldera dei Campi Flegrei dovesse dare segnali di implosione che preannunciano l'eruzione sarebbe - il Piano di Protezione civile del Comune di Napoli redatto in base ai...

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Se la caldera dei Campi Flegrei dovesse dare segnali di implosione che preannunciano l'eruzione sarebbe - il Piano di Protezione civile del Comune di Napoli redatto in base ai criteri della Protezione civile nazionale - ci sarebbero 72 ore di tempo per evacuare dalla zona rossa 300mila napoletani e dirottarli nelle «regioni gemellate» distribuite per tutto il Paese. Una massa enorme di persone che dovrebbe essere smistata in 17 punti di raccolta.

«Ma noi oggi - racconta il professor Edoardo Cosenza assessore alla Protezione civile - siamo al livello di "attenzione" e lo siamo dal 2012 e il piano di evacuazione lo abbiamo fatto insieme all'allora Capo della Protezione civile Franco Gabrielli, siamo nel 2016 e io ero assessore regionale, ottenemmo che il piano venisse attuato prima dell'evento e non dopo. E questo è possibile perché le eruzioni rispetto ai terremoti sono più gestibili».

Sembra facile a dirsi ma come si fa a muovere in 72 ore una massa di 300mila persone? E le vie di fuga per arrivare nei punti di raccolta quali sono? «In caso di evacuazione ci sarebbe l'esercito nelle strade che blinderebbe le vie di evacuazione che son state individuate. Alcune le stiamo rimodulando perché alcune strade sono cambiate, è mutata la segnaletica ma il piano c'è» spiega Cosenza che precisa: «È a trasportare la gente fino ai punti di raccolta per poi essere smistati nelle regioni gemellate ci sarebbero mezzi pubblici, i nostri dell'Anm e mezzi regionali e della Protezione civile navette che trasporterebbero le persone nei luoghi di raccolta da dove poi verrebbero smistati nelle regioni gemellate».

Come si fa a prevedere una eruzione? È sempre il professore a spiegare: «I parametri sono tre: le scosse, le frane e soprattutto i gas cambiano, in base a questi parametri si decide l'evacuazione e il passaggio alle fasi successive, cioè quella di preallarme e allarme. Tutto, è bene sottolinearlo, è nel quadro di una emergenza nazionale».

Come comunicare con i cittadini che dovessero essere evacuati? Una eventualità che agita e molto il Comune tanto che mercoledì prossimo la commissione consiliare dedicata presieduta da Nino Simeone si riunirà per mettere attorno allo stesso tavolo tutti i soggetto che lavorano sull'emergenza con l'obiettivo «di raccogliere le idee e mettere a punto una seria e capillare campagna di comunicazione in tutte le scuole napoletane e presso i luoghi di lavoro, per informare i cittadini, partendo dai ragazzi, su quali siano i corretti comportamenti da adottare». Avendo ben presente che nel Piano le operazioni di allontanamento siano concluse in 3 giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino