OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Il video si interrompe sull'appalto dei rifiuti. Il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra dispone la secretazione dell'audizione e le telecamere nella sala del refettorio di palazzo San Macuto si spengono. Parlerà ancora un'ora Giuseppe Montanile, l'ex sindaco di Brusciano che ieri è stato ascoltato dai deputati e dai senatori della commissione antimafia e che è rimasto in aula per più di due ore. Sfiduciato alcuni giorni dopo la misura di vigilanza predisposta dal prefetto di Napoli nei suoi confronti, Montanile ha raccontato ciò che gli è successo nei due anni e qualche mese che lo hanno visto alla guida del Comune del Napoletano che conta 16 mila abitanti e un quartiere, quello della 219, che ospita sacche di criminalità sulle quali è accesa costantemente l'attenzione delle forze dell'ordine.
Fatti ormai noti, raccontati tutti d'un fiato dall'avvocato penalista che non esita a puntare il dito contro chi lo ha sostenuto e poi lo ha disarcionato: «Ho dato fastidio perché ho lavorato per mettere le cose a posto e non mi sono prestato a operazioni clientelari nè opache, come il concorso bandito per l'assunzione di tre vigili urbani per il quale aprii alla mobilità esterna. Volevo lavoratori liberi, anche provenienti da altri territori. Non è piaciuto».
Ma è in quello che non è stato possibile ascoltare che, forse, Montanile ha indicato come la vera, anzi le vere, ragioni che hanno portato all'epilogo anticipato del suo mandato amministrativo.
Ad attirare l'attenzione dei parlamentari è stata però anche la vicenda di un contenzioso per un credito di un milione e 600 mila euro acquistato da una società per 150 mila euro. I componenti dell'Antimafia hanno chiesto all'ex sindaco di far pervenire alla commissione il carteggio relativo alla vertenza. «Gli atti - ha spiegato l'ex sindaco - sono già all'attenzione della Corte dei Conti. Il credito era del Banco di Napoli per un mutuo poi ceduto alla società in questione che ha avuto la fortuna che il Comune nel giudizio la prima volta non si è costituito e la seconda volta lo ha fatto in maniera non puntuale».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino