«Questo soggiorno a Napoli rientra nel mio più ampio progetto di un viaggio nella storia dell'arte occidentale, che poi confluirà in una grande mostra che...
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Abbiamo incontrato Cai in un raro momento di relax, con Massimo Osanna che sin dall'inizio (e dunque quando era direttore del Parco archeologico di Pompei) ha sposato il progetto, e con Giuseppe Morra alla cui Fondazione si deve l'organizzazione del tutto (la curatela è invece del francese Jerome Neutres). Osanna parla di «palingenesi pompeiana», sottolineando quanto da sempre la città dissepolta abbia attirato «viaggiatori, intellettuali e artisti in un costante Grand Tour che giunge sino ad oggi, fornendoci nuove interpretazioni di un sito che è dunque in perenne divenire». E in questo solco si inserisce anche l'azione di Cai, la cui «energia si sprigiona come una forza dirompente e generativa, in grado di celebrare la bellezza e la gioia che sono proprie non della distruzione ma della creazione». E già si parla della possibile realizzazione di un volume che dia conto degli ultimi ritrovamenti avvenuti a Pompei, di cui Osanna in qualche modo è stato l'artefice, cui abbinare l'opera di Cai in un'ipotesi di sinergia tra linguaggi diversi, di trascrizione dell'antico in chiave contemporanea. «A Pompei la catastrofe ha preservato un'eredità monumentale che oggi vediamo come da una capsula del tempo - racconta entusiasta l'artista - Per questo ho cercato di creare qualcosa che avesse un tocco di ferocia. La mia ossessione per la polvere da sparo viene dal desiderio di approfondire il rapporto tra il potere della distruzione e quello della creazione... quale posto più di Pompei mette in scena tutto questo?».
E mentre il cinese già programma suoi prossimi futuri ritorni, Morra spiega il senso dell'intera operazione: «A noi interessa creare condizioni di scambi creativi affinché l'arte sia esperienza di vita, ricerca che lasci il suo segno nella città. È molto importante che grandi artisti internazionali scelgano Napoli come luogo per sperimentare se stessi. E questo porterà anche noi a vivere una condizione più consapevole della bellezza». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino