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Il Parco Verde di Caivano continua la battaglia contro gli sgomberi. I giorni passano veloci e gli occupanti temono per il proprio futuro.
Questo pomeriggio, il portavoce Luigi Sirletti ha lanciato un appello dalla scuola Viviani del rione: «Togliere la casa a un bambino vuol dire togliere tutto. Togliere la casa a un bambino vuol dire fallire. I bambini non devono vivere con l’ansia di non conoscere il proprio destino, di non sapere se potranno frequentare o meno le stesse scuole.
Luigi era palesemente commosso, mentre raccontava la sua storia: «La mia situazione è la stessa di tante altre famiglie. Mio padre non lavorava e aveva me e mio fratello disabile. Eravamo bambini. C’era questo alloggio vuoto in cui mancava la porta d’ingresso e anche il wc. All’epoca, mio padre si autodenunciò alle autorità e gli fu concessa la residenza e il canone».
Il Parco Verde non è disposto a mollare la presa: «Chiediamo il blocco degli sfratti e di regolarizzare le nostre posizioni. Non è possibile vivere ogni giorno con l’ansia».
Il silenzio della platea è stato, infine, rotto da un messaggio disperato arrivato dai lati della sala: «Siamo pronti alla tendopoli, perché metteremo le tende nel Parco Verde. Da qui non andiamo via. Costruiremo baracche. Siamo pronti anche a gesti estremi».
Solo pochi giorni, il prefetto di Napoli Michele di Bari era stato nella chiesa di don Maurizio Patriciello per incontrare le 254 famiglie a rischio.
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