Caldo record, a Napoli le fontane prese d'assalto: «E c'è chi abbandona i propri cani»

Caldo record, a Napoli le fontane prese d'assalto: «E c'è chi abbandona i propri cani»
L'emergenza caldo non si ferma e, a Napoli, impazzano rimedi fai da te e strategie anti calura. Sui balconi e le terrazze dei palazzi partenopei, spuntano piscine gonfiabili,...

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L'emergenza caldo non si ferma e, a Napoli, impazzano rimedi fai da te e strategie anti calura. Sui balconi e le terrazze dei palazzi partenopei, spuntano piscine gonfiabili, spesso allestite per i più piccini della famiglia ma la scena che si sta ripetendo sempre più frequentemente, in tutti i quartieri cittadini, è il bagno nella fontana. Stavolta non si tratta del rinfresco momentaneo di cui giova chi si inumidisce mani e capelli utilizzando le fontanelle pubbliche ma di chi, pur di fronteggiare le temperature roventi, è disposto a immergersi nelle fontane monumentali. Se da una parte, quindi, aumentano le percentuali delle assistenze ospedaliere collegate all'emergenza caldo che sta provocando svenimenti e malori, specie tra gli anziani, dall'altra parte sembra più che giustificata la moda del bagno urbano da considerare, a questo punto, una vera e propria necessità.

Disidratazione, astenia e palpitazioni sono i malori maggiormente riscontrati tra la popolazione over 70 napoletana che non soffre di patologie gravi e, per la quale, i medici raccomandano di fare attenzione a cominciare dal cambio di abitudini, evitando di uscire negli orari più caldi. I rischi più grandi, però, riguardano gli anziani colpiti da patologie cardiovascolari e polmonari «che potrebbero riscontrare un'acutizzazione delle loro patologie a causa del caldo», come spiega Emilio Bellinfante, primario del pronto soccorso dell'ospedale Vecchio Pellegrini che ha attivato delle procedure anti caldo per aumentare l'idratazione dei pazienti fragili e più anziani. Anche nelle residenze sanitarie per anziani dell'Asl Napoli 1, è scattato un protocollo preventivo a tutela degli ospiti e dei pazienti lungodegenti che non riguarda solo il monitoraggio delle temperature degli ambienti. Per i ricoverati nelle Rsa, infatti, le equipe di sanitari hanno previsto terapie di idratazione e un monitoraggio più serrato delle loro condizioni. 

A soffrire le temperature da bollino rosso sono, chiaramente, anche gli animali a cominciare dai quattro zampe che vivono negli ambienti domestici ma, per i più sfortunati, in strada oppure nei canili, la situazione è critica. «Stiamo adottando tutte le strategie per garantire ristoro ai 160 cani che accudiamo e per i quali cerchiamo adozioni», racconta Melina Vitale, fondatrice del Rifugio La Fenice Adla onlus che ha attrezzato gli spazi con piscine per i quattro zampe ma che si trova a fronteggiare un'emergenza ancora più grave. «Quest'anno gli abbandoni di cani sono aumentati del doppio rispetto all'anno scorso - continua la proprietaria del Rifugio a Ponticelli - riceviamo circa 40 telefonate al giorno di proprietari che si informano sulla possibilità di lasciarci il cane inventando scuse». L'appello di Melina e dei volontari è, ovviamente, quello di «non disfarsi del cane come fosse un passatempo, circostanza che si sta verificando sempre di più dopo la fase acuta della pandemia Covid». 

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Il Mattino