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L'ultimo consigliere dell'opposizione ancora in carica si dimette. Ma il numero dei componenti dell'assemblea è sufficiente per proseguire l'attività istituzionale e il presidente Ciro Fiola resta in sella. Alla Camera di Commercio si è consumato ieri l'ultimo atto dello scontro tra maggioranza e opposizione. Un conflitto sempre ricco di colpi di scena, con le sentenze del Tar che si incrociano con i decreti regionali e con le dimissioni degli avversari di Fiola. Uno scenario piuttosto complicato, per il quale occorre fare ordine ripartendo dalle vicende della scorsa settimana.
Le dimissioni di 7 consiglieri dell'opposizione, guidata dall'Unione industriali, avevano ridotto l'assemblea ad appena 22 componenti, un numero che rappresenta la soglia minima per evitare il probabile commissariamento dell'ente. Tra gli esponenti della minoranza restava in carica solo il consigliere dell'Abi Eugenio Caniglia, le cui dimissioni formalizzate ieri portavano a 21 il numero dei componenti del parlamentino. Con il nuovo forfait la Regione Campania avrebbe di fatto potuto decretare il commissariamento.
Ma i conti non tornano, perché nel frattempo Palazzo Santa Lucia ha firmato un decreto che cambia gli scenari.
Ma l'ultima fase della consiliatura in corso potrebbe riservare ancora una sorpresa. Tra le pieghe dei complessi regolamenti dell'ente camerale si nasconde un'altra insidia. Gli scenari potrebbero complicarsi ulteriormente. Alla Regione spetterà la sostituzione dei consiglieri dimessi. Il regolamento prevede che venga chiesta all'Unione industriali l'indicazione di altri tre rappresentanti in sostituzione dei 3 consiglieri dimissionari della stessa associazione. Nell'eventualità di una rinuncia da parte della minoranza salita sull'Aventino, si profilerebbe la necessità di scalare, ovvero quella di chiedere all'associazione datoriale più rappresentativa, dopo l'Unione Industriali. Ovvero l'Aicast che sostiene Ciro Fiola. Agli industriali dunque spetterà decidere se provvedere alla sostituzione dei consiglieri con altri rappresentanti in quota Unione oppure cedere altri consiglieri alla maggioranza. Un finale di partita- quello della consiliatura attuale- destinato a generare ancora molte altre sorprese.
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