Camera di commercio, l'accusa della Procura: consulenze illecite, danno di 280mila euro

Camera di commercio, l'accusa della Procura: consulenze illecite, danno di 280mila euro
Consulenze alla segretaria particolare dell'ex presidente della camera di commercio. Incarichi affidati a una professionista esterna all'ente di piazza Borsa, a dispetto...

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Consulenze alla segretaria particolare dell'ex presidente della camera di commercio. Incarichi affidati a una professionista esterna all'ente di piazza Borsa, a dispetto del nutrito staff di impiegati a disposizione (in house), per attività che la finanza non esita a bollare come di «ordinaria amministrazione». Incarichi doppi, pagamenti clonati per la stessa prestazione. Sono queste le accuse che hanno spinto la Procura regionale della Corte dei conti a notificare inviti a dedurre (l'equivalente di un avviso di garanzia in chiave contabile) a carico di dirigenti della Camera di Commercio ed esponenti di vertice della galassia Unioncamere, a partire dalla camera di commercio.


Ma andiamo con ordine. Inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Napoli, sotto il coordinamento del pm contabile Ferruccio Capalbo, si lavora sul ruolo della segretaria particolare di Maddaloni, beneficiaria di consulenze in un lungo arco di tempo: incarichi professionali - si legge nell'invito a dedurre - che avrebbero arrecato un danno erariale pari a euro 280.258 euro (al netto di una parte di incarichi per i quali non si è potuto procedere per sopraggiunta prescrizione).

Al setaccio degli inquirenti sono finiti così gli incarichi erogati da Confcommercio Campania, dalla Isnart scpa, società in house della Unioncamere, dalla azienda speciale Sì-impresa, alla luce di determine, di mandati di pagamento, di rimborsi spesa per viaggi e trasferte vissuti nel corso di più di dieci anni.

Si parte da un assunto generale: «Emerge in tutta evidenza la mancata preventiva ricognizione, nell'ambito del personale in servizio di professionalità idonee a svolgere le mansioni in parola». Scrivono ancora gli inquirenti: «Si trattava di ordinari compiti divulgativi, di accoglienza nel cerimoniale, di particolare utilizzo dei sistemi informatici per l'attività dell'Ente e del suo massimo vertice, sia aspetti di tutela della privacy e del sistema imprese e dei programmi dell'amministrazione. Insomma, attività davvero ordinaria, di certo non necessitante né di una prestazione altamente qualificata da conferire» a professionalità esterne. Accuse che spingono la Procura di via Piedigrotta a ricordare che, nel periodo preso in esame, era già esistente «un ufficio di segreteria di presidenza, composto da un nutrito gruppo di soggetti, nei confronti dei quali non rileva l'esistenza di alcun provvedimento disciplinare o contestazioni idonee ad intaccarne la qualità del lavoro».

Ma chi sono i soggetti chiamati a controdedurre? Oltre a Maddaloni, anche Mario Esti (ai due viene attribuito circa 200mila euro dei presunti danni contabili), in uno scenario che chiama in causa (per importi e determine decisamente più bassi) anche Giovanni Cocco, Manuela Barzan, Giovanna Varriale, Pasquale Russo, Giovanni Allinoro, Paolo Ricciulli, Raffaele De Sio, Riccardo De Falco. Tutti i funzionari chiamati in causa avranno ora modo di replicare alle accuse.


Spiega l'avvocato Andrea Abbamonte, difensore di Maddaloni in sede contabile: «In pochi anni, la Camera di commercio di Napoli è passata da una pianta organica di 240 persone a un organico di cento unità, una struttura camerale ridotta all'osso, dove non era possibile attingere in house a chissà quante professionalità. Ricordiamo che in questa vicenda parliamo della ex segretaria di Maddaloni a Unioncamere distaccata presso la camera di commercio, per continuità di servizio. Una professionista che ha continuato a fare il suo lavoro (agenda, organizzazione di convegni ed altro), percependo sempre la stessa dovuta retribuzione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino