Camorra, sette arresti e 43 chili di eroina sequestrati in Turchia

Camorra, sette arresti e 43 chili di eroina sequestrati in Turchia
Sette persone legate a clan di camorra sono state arrestate oggi dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare per il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sette persone legate a clan di camorra sono state arrestate oggi dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare per il reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Le indagini, coordinate dalla Dda di Roma, hanno preso il via da un sequestro di 43 chili di eroina effettuato dalla polizia turca nell'agosto del 2012, al confine con la Grecia.


La droga era occultata nell'auto di un romano che faceva da corriere per l'ingente quantitativo di stupefacente che, una volta arrivato sulla piazza dello spaccio della Capitale, avrebbe fruttato oltre 2 milioni di euro. Gli specialisti del Gico sono riusciti ad individuare i reali destinatari dell'eroina: tutti soggetti appartenenti ad un agguerrito clan di camorra di Secondigliano, attivo prevalentemente nella Capitale e nel basso Lazio. Dell'organizzazione facevano parte anche Leonardo e Giuseppe Leonardi, parenti di «Chiappellone», già affiliato al clan Di Lauro ed, in seguito, esponente di spicco del clan degli Scissionisti, arrestato a Natale 2012 ed oggi collaboratore di giustizia.


L'organizzazione importava la droga sfruttando differenti rotte quali Turchia, Spagna, Olanda e Venezuela. I criminali avevano stretto solide alleanze anche con narcotrafficanti turchi, ecuadoregni ed olandesi. Gli indagati disponevano di ingenti quantitativi di denaro contante nonché di numerose auto, munite di doppiofondo, che venivano appositamente «preparate» da carrozzieri della provincia di Lecce per poi essere utilizzate per il trasporto dello stupefacente. Il sodalizio operava come vero e proprio supermarket della cocaina, rifornendo, costantemente, più spacciatori operanti nella Capitale, a Napoli (piazza di Scampia) nonché nell'agro pontino, tra Terracina e Fondi. I finanzieri hanno effettuato anche numerose perquisizioni a Roma e provincia, Napoli e provincia, Lecce e provincia ed in provincia di Latina.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino