Camorra a Ponticelli, bambini soldato e donne scudo contro i raid

Camorra a Ponticelli, bambini soldato e donne scudo contro i raid
Il più delle volte li usano per ottenere informazioni (soffiate, imbasciate), su dove si trovano quelli. Chi siano quelli è facile a dirsi nel quartiere delle strade...

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Il più delle volte li usano per ottenere informazioni (soffiate, imbasciate), su dove si trovano quelli. Chi siano quelli è facile a dirsi nel quartiere delle strade con i nomi strani e antichi (via Cleopatra, via Esopo, Lotto zero), sono quelli che non si trovano più in mezzo alla strada. E allora serve stanarli o comunque serve qualcuno che ti segnali la loro posizione, che ti aiuti a riconoscere i loro movimenti. Serve il lavoro dei più giovani (da undici a quindici anni), come vedette, prima ancora di impugnare una pistola, prima di imparare a impacchettare esplosivo o distruggere un'auto dopo il male servizio (leggi omicidio o stesa). Sono loro - loro malgrado - i protagonisti di questa nuova emergenza criminale che si è abbattuta su Napoli, antica capitale del mezzogiorno, terza città d'italia, a pochi mesi dalle elezioni per il rinnovo della carica di sindaco. Tre bombe in pochi giorni, più o meno nelle stesse strade, attentati riusciti e falliti, in uno scenario che ha riservato l'ennesima conferma: il pericoloso abbassamento dell'età dei protagonisti dell'ennesima faida. E non ci sono solo i minori a preoccupare Dda e Procura minorile, ma anche l'altra faccia dell'emergenza criminale di questi anni: parliamo delle donne, capaci di assumere - all'occorrenza - il ruolo di madrine, mandanti, organizzatrici e finanche di scudo per fermare l'arrivo dei killer. Dal 26 novembre sono undici gli agguati (bombe, omicidi, attentati) registrati dalla Dda di Napoli, in uno scenario in cui ci sono anche loro: bambini soldato e madrine di camorra. 

Stanno lì al servizio della famiglia o del gruppo di appartenenza. Giovanissimi, ma esperti. Vanno in giro e raccolgono informazioni. Vedette utili a ricostruire gli spostamenti dei nemici, che possono essere - a seconda dei punti di vista - quelli del Conocal o della Fiat, quelli di aret Barra o di abbasc Ponticelli (per indicare il centro storico dell'antico quartiere operaio, ndr). Non solo appostamento. Secondo le indagini di polizia e carabineri (bravi ad arginare con arresti mirati la strategia stragista dei bombaroli), da queste parti si diventa uomini prima del tempo. Si diventa maggiorenni prima dei 18 anni, perché quando sei ancora un ragazzino (ripetiamo: dagli undici ai quindici anni) si imparano ad usare le armi, ad impugnare pistole, a fare tum tum sotto i balconi. Si impara a fare le stese: a sparare sotto i balconi, per spaventare, scacciare i nemici, occupare una piazza o una panchina dove spacciare droga. Sparare con il rischio di uccidere o di essere uccisi, come ha recentemente raccontato il pentito Umberto D'Amico, a proposito del suo primo agguato (aveva intorno ai sedici anni). E come ha ribadito Rosario Rolletta il primo pentito di quest'ultima parentesi criminale che avvolge un pezzo di Napoli in una cortina di paura. Un bilancio su quanto è avvenuto ce lo fornisce il decreto di fermo a carico dei tre presunti attentatori di via Esopo, quelli che avrebbero lanciato una bomba da un cavalcavia provocando un cratere di diversi metri quadrati: una bomba esplosa troppo presto, al punto da provocare l'espulsione dell'air bag dell'auto presa a nolo dai tre camorristi, poi costretti a fuggire a piedi sul cavalcavia che conduce all'autostrada. Indagine condotta dai pm Antonella Fratello e Simona Rossi (sotto il coordinamento dell'aggiunto Rosa Volpe e dello stesso procuratore Melillo), decisive le immagini delle telecamere, ma anche il racconto del pentito Rolletta? Cosa ha scatenato questa nuova faida? Facciamo un passo indietro: agosto 2020, appena qualche mese fa. Viene scarcerata la signora Carmela Ricci, moglie del presunto capoclan Francesco De Martino e madre di Salvatore De Martino

Alcuni suoi congiunti hanno compiuto omicidi (tra cui quello di Nunzia D'Amico, la passilona), ma i soldi della droga - le mesate - sono sempre di meno. Scatta la rappresaglia, si comincia a sparare, a fare fuoco, a colpire e a nascondersi. C'è un episodio raccolto nel decreto di fermo a carico dei tre presunti bombaroli in cella che la dice tutta sul ruolo delle donne. Proviamo a capire cosa è accaduto lo scorso otto maggio in via Mosaici, cuore del Lotto 0, in un ordinario pomeriggio di guerra: sono le 16.20, quando piomba in strada una Opel Meriva con due persone a bordo. Kit da killer: volto travisato da passamontagna, il passeggero che esce in strada e esplode dei colpi di pistola contro un gruppo di ragazzi che si trovavano sul ciglio della strada. Paura, sgomento, fuga. Intervengono le donne: eccole - annotano i carabinieri -, sono le signore Rosaria Velotti, madre di Luigi Austero (uno dei tre presunti bombaroli di via Esopo), ma anche la sorella Irene e la signora Flora Di Matteo (donne non indagate, bene chiarirlo). Come si comportano le tre eroine di questa storia? Si mettono davanti all'uomo che spara, come tre scudi umani, si piazzano tra la canna della pistola e il gruppo di ragazzi che dovevano subire una lezione. Non è finita. Tocca a Rosaria Velotti inveire contro il killer con il passamontagna, una sorta di sfida plateale che dà seguito ad attimi di terrore: l'uomo ha il dito sul grilletto, ma non arretra, anzi, rivolge la canna della pistola al viso di Rosaria Velotti, alza di qualche centimetro la canna e spara verso l'alto. Non uccide ma intimorisce. Pochi minuti dopo, la sopravvissuta si trova negli uffici dei carabinieri per essere ascoltata come potenziale testimone e parte offesa, assieme alle altre due donne. Non farà in tempo a parlare, come annotano gli stessi militari: si presenta il figlio Luigi Austero «che con fare spavaldo ha invitato la madre a tacere», scrive la pg. Niente soffiate allo Stato, l'onore è salvo, si combatte con le armi di sempre: due giorni dopo, la bomba di via Esopo, il cratere, la paura, l'auto in panne, la fuga dei tre presunti stragisti (Luigi Austero, Luca La Penna, Alfonso De Luca), l'auto in panne dopo il botto (scoppio dell'air bag), il tentativo di rapinare auto ad altri passanti. Check point Ponticelli, tra killer, donne scudo e bambini soldato. 

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Il Mattino