«L'Alleanza di Secondigliano controlla tutta la città di Napoli» 19 arresti, preso il capoclan

È ancora forte, è il più potente, compatto, senza defezioni in grado di aprire reali squarci nella fitta trama di interessi e intrecci illeciti, nessun...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È ancora forte, è il più potente, compatto, senza defezioni in grado di aprire reali squarci nella fitta trama di interessi e intrecci illeciti, nessun pentito nelle fila degli affiliati che contano, molte coperture, tanti soldi, un grande potere. È il ritratto dell’Alleanza di Secondigliano che emerge dall’ultima inchiesta della Dda che oggi ha portato a diciannove arresti, al sequestro per svariati milioni di euro di 59 immobili e nove società tra il Giuglianese e la Toscana riconducibili al clan dei fratelli Mallardo.

 

«Non è solo camorra di Giugliano, è camorra che controlla tutta la città di Napoli» sostengono gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia. «È mafia vera e propria». Le indagini, coordinate dalla Procura di Giovanni Melillo e dalla Dda coordinata dall’aggiunto Giuseppe Borrelli, hanno svelato come il boss Francesco Mallardo, nonostante la detenzione, non abbia mai perso il controllo dell’organizzazione camorristica, anzi. I Mallardo sono al vertice dell’Alleanza di Secondigliano, cartello mai morto e ora forte di rinnovato spessore criminale, e attraverso i Contini e i Liccciardi hanno il controllo del malaffare su Napoli. Venti anni di indagini non sono valsi a indebolire il cartello delle storiche famiglie camorristiche che ha ripulito i suoi soldi con investimenti fuori regione, tra il Lazio, a Milano e soprattutto in Toscana dove, grazie a collusioni con insospettabili imprenditori, l’edilizia privata era diventato affare di camorra. Le indagini non si sono avvalse del contributo di collaboratori di giustizia ma sono frutto di un delicato e meticoloso lavoro di investigazione pura svolto dalle squadre mobili di Napoli e Firenze e del servizio centrale operativo della polizia.
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino