Camorra, un arresto per l'omicidio del capoclan del 2009

Camorra, un arresto per l'omicidio del capoclan del 2009
È considerato il mandante dell'omicidio di Gaetano Di Gioia, ucciso a Torre del Greco (Napoli) il 31 maggio di cinque anni fa: nuova ordinanza per Ciro Grieco, 50enne...

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È considerato il mandante dell'omicidio di Gaetano Di Gioia, ucciso a Torre del Greco (Napoli) il 31 maggio di cinque anni fa: nuova ordinanza per Ciro Grieco, 50enne conosciuto negli ambienti della criminalità come Cirotto 'a marchese, appartenente al gruppo di fuoco dei cosiddetti Scissionisti.




I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea nei confronti di Grieco, già destinatario di un analogo provvedimento emesso un anno fa, e di Francesco Paolo Raiola, ritenuto invece il mandante di quel delitto. Per il 50enne l'accusa è di omicidio e di tentativo omicidio in concorso con l'aggravante di finalità mafiose.



Nel corso delle indagini condotte a partire dal 2009, i militari hanno individuato i presunti mandante ed esecutore dell'omicidio del capoclan Gaetano di Gioia, noto anche come «Gaetano 'o tappo», e del tentativo di omicidio del figlio Isidoro, avvenuto in prossimità della centrale piazza Santa Croce, svelando anche il movente dell'agguato, maturato nelle fila della stessa organizzazione criminale, nella quale si era formata una frattura per la gestione degli affari illeciti.



Dopo un lungo periodo di detenzione, Gaetano Di Gioia era tornato libero e aveva ripreso le redini del clan, affidando al figlio Isidoro il controllo dello spaccio di droga e avocando i proventi delle estorsioni e la gestione delle liquidità. Tale decisione - secondo quanto accertato dagli inquirenti - aveva creato dissapori all'interno dell'organizzazione criminale, dissapori sfociati nell'agguato con il quale Gaetano Di Gioia e il figlio Isidoro erano stati «puniti».



Agguato che aveva anche sancito la scissione del gruppo dissidente dal clan di appartenenza e la formazione di un altro sodalizio criminale, gli «scissionisti del clan Di Gioia».
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Il Mattino