Faida a Napoli Ovest, gli sparano al volto: 19enne miracolato, è vivo

Killer scatenati, agguato in piena notte: piccolo pregiudicato attirato in trappola

Faida a Napoli Ovest, gli sparano al volto: 19enne miracolato, è vivo
Avrebbe dovuto essere un’esecuzione in piena regola. Nelle intenzioni del killer che con da professionista ha sparato un solo colpo dritto al volto, Fabio Volpe doveva...

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Avrebbe dovuto essere un’esecuzione in piena regola. Nelle intenzioni del killer che con da professionista ha sparato un solo colpo dritto al volto, Fabio Volpe doveva morire. Ma il sicario ha fallito la mira: e, pur colpendo l’obiettivo, la pallottola ha scheggiato lo zigomo, senza conficcarsi nel cervello. Volpe - 19 anni, e nonostante la giovane età già noto alle forze dell’ordine - può dirsi davvero un miracolato: ferito e sanguinante si è presentato con mezzi propri al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta, dove è stato curato e dopo poche ore addirittura dimesso. 

È potuto tornare a casa, ma adesso sono tante le ombre e gli interrogativi che sul misterioso raid si addensano su questo ragazzo sfuggito alla morte. Nessun dubbio che il ferimento si inquadri nell’ambito della faida in corso nell’area occidentale di Napoli. Ma procediamo con ordine.

Via Vicinale Croce di piperno, quartiere Soccavo, l’altra notte. Volpe, che è residente a Quarto Flegreo, si trova in strada (probabilmente non da solo) quando uno scooter con due persone a bordo lo affianca: scende un uomo armato di pistola che gli si para di fronte ed esplode un colpo puntando al viso. Una sola esplosione, poi killer e complice fuggono via. Credono di aver ammazzato il 19enne, ma non è così: per una fatale coincidenza la traiettoria del proiettile non perfora il cranio, e il giovane riesce a salvarsi.
Il resto è cronaca: la corsa in ospedale, l’arrivo degli agenti della Polizia di Stato che ascoltano nell’immediatezza del fatto la vittima, e infine il suo rientro a casa. Ora sull’episodio indaga la Squadra Mobile diretta da Alfredo Fabbrocini.

Nessun dubbio sulla matrice camorristica del raid. Il killer e il suo complice sono entrati in azione non lontano da una delle enclave di camorra più attenzionate dagli investigatori in questo periodo: l’area in cui hanno base operativa i Vigilia, alleati oggi del cartello pianurese degli Esposito-Calone-Marsicano.

Alle forze dell’ordine Volpe risulta vicino ad ambienti legati allo spaccio di stupefacenti. Alcune recenti informative lo indicherebbero vicino a personaggi legati proprio al gruppo dei Vigilia. Se queste premesse sono vere, l’agguato potrebbe inquadrarsi dunque come un attacco ai Vigilia. Ma c’è dell’altro.
Nel complesso scenario che disegna il “risiko” della camorra nelle zone comprese tra il Rione Traiano, Soccavo e Pianura, si cerca di capire se il tentato omicidio del ragazzo possa inserirsi in un vorticoso giro di stese, agguati e attentati incendiari che si sono verificati nell’ultimo periodo. E dunque dietro il raid si potrebbe profilare una vendetta, un botta e risposta riconducibile a qualcosa che è acacduto nella zona di Soccavo di recente.

Ma che cosa, quale ragione potrebbe aver decretato addirittura una sentenza di morte per Volpe? Le ipotesi sono molteplici, e restano - almeno in queste prime ore - soltanto una traccia per gli investigatori della Mobile. Si parla di alcuni agguati che hanno portato al rogo di un paio di esercizi commerciali; ma circola anche un’altra voce inquietante: Volpe sarebbe diventato un obiettivo dei rivali dei Vigilia dopo un fallito agguato ai danni di un pregiudicato nella zona della “99”. 

Stiamo parlando comunque di una faida scatenata sulle ceneri di clan che un tempo erano saldi al comando, a cominciare dal gruppo dei Grimaldi. Cosche indebolite da faide, omicidi ma soprattutto da condanne pesanti che hanno portato in carcere gli esponenti storici della camorra locale, dando impulso all’emergere di nuovi personaggi emergenti, molti dei quali sono giovani e giovanissimi.
 

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Il Mattino