Dei circa 250mila anziani della nostra regione che ogni anno subiscono violenze e maltrattamenti fisici, psicologici e verbali, 150mila sono donne. Oltre 13mil sono vittime di...
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“A oggi non esistono statistiche sulla violenza contro le donne anziane, sono però possibili stime secondo cui in Campania sono 250.000 gli anziani vittime di abusi e di questi 150.000 sono donne cioè 1 su 4. Oltre 13.000 subiscono truffe finanziarie, 240 subiscono violenze sessuali e circa 1.000 delle oltre 3.700 anziane che vivono in strutture sanitarie sono vittime di violenze verbali e fisiche, ma la maggior parte dei maltrattamenti avviene fra le mura domestiche in parte ad opera di badanti, vicini di casa, parenti e operatori sanitari: in due terzi dei casi i responsabili sono membri della famiglia, come il coniuge, i figli e i nipoti”, sottolinea con preoccupazione Ferrara. Le violenze avvengono quasi sempre in silenzio per evitare ‘scandali’: si ritiene infatti che il “sommerso” di casi che non vengono riferiti o denunciati sia almeno quattro volte più ampio.
“Come in tutte le regioni anche in Campania, la violenza contro gli anziani si presenta come una realtà sfuggente e in larga misura occulta, un tipico fenomeno ‘iceberg’ sempre più diffuso e in continua espansione tanto che secondo alcune analisi l'incremento dei casi è pari al 150% in dieci anni – interviene ancora Ferrara - “Il progressivo invecchiamento della popolazione e l'aumento del numero di anni trascorsi in una condizione di dipendenza, ma soprattutto la riduzione dell'ampiezza e della forza delle reti familiari, accentuata dalla crisi economica, sono tutti fattori che incrementano la fragilità degli anziani e quindi il pericolo di essere vittime di abusi di ogni genere. Le violenze possono essere sia fisiche che psicologiche, ma possono anche prendere la forma di sfruttamento economico, abbandono, disattenzione come denutrizione e scarsa igiene”. Essere donna aumenta enormemente la vulnerabilità a episodi di violenza: il 65% degli anziani vittemi di abusi è infatti una donna spesso con più di 75 anni “ Le donne sono le più esposte per molteplici fattori di debolezza e povertà che riguardano l’abitazione, il reddito, la riduzione delle cure che vengono loro dedicate ed è in questo quadro che si verifica un abuso quasi sempre nascosto. Le anziane infatti vivono le fragilità della terza e quarta età con redditi spesso modesti, restano più spesso vedove e sole, inoltre hanno più difficoltà nel difendersi e chiedere aiuto e sono meno consapevoli dei loro diritti – spiega Graziamaria Corbi, esperta di Medicina di Genere e ricercatrice di Medicina Interna e Geriatria dell’Università del Molise – Spesso ritengono gli abusi e i maltrattamenti una modalità di relazione “normale”, sperimentata nel corso di tutta la vita perché donne, inoltre spaventate e incapaci di progettare una vita lontano da chi le aggredisce frequentemente: tutti questi elementi ne accrescono la fragilità” commenta Corbi.
“Purtroppo molti casi non vengono alla luce perché le vittime hanno un rapporto di dipendenza con il loro aguzzino e gli abusi sono nei 2/3 dei casi un ‘affare di famiglia’ spesso dovuto alla difficoltà e alla fatica di prestare cure continuative a una persona anziana” – prosegue Ferrara - “La metà dei caregiver, ad esempio, ammette di aver operato forme di abuso che vanno dall’alzare la voce a forme più gravi di violenza e pochissime sono le anziane capaci di denunciare i maltrattamenti perché temono ulteriori vessazioni. Particolarmente grave è anche la violenza economica, cioè lo sfruttamento da parte di figli e nipoti dei soldi dell’anziana che viene pressata psicologicamente e talvolta imbrogliata fino a giungere alla violenza fisica, ferimento o addirittura omicidio, per ottenere benefici economici. Inoltre non mancano le violenze su anziane con problemi cognitivi non in grado di descrivere le condizioni in cui si trovano o le violenze subite”. Sottolinea ancora Ferrara.
“La prevenzione deve passare innanzitutto da una riscoperta del valore dell'anziano, che non dovrebbe mai essere visto come un peso quando diventa fragile e magari non può più contribuire all'economia familiare o badare ai nipoti: è a questo punto, infatti, che cresce il rischio di abusi, vessazioni. È importante che la lotta alla violenza sia una realtà di ogni giorno e un impegno per ogni cittadino, ma servono anche iniziative specifiche: occorre ad esempio sensibilizzare e formare gli operatori sanitari al riconoscimento del fenomeno e magari istituire un ‘telefono argento’ che, come il telefono azzurro e quello rosa dedicati ai bambini e alle giovani donne, possa raccogliere le richieste d'aiuto delle anziane vittime di violenze” conclude Ferrara. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino