Epatite C, in Campania moltissimi casi ma non tutti accedono alle nuove cure e non tutti sanno di essere malati. Soprattutto anziani, a basso tenore socio economico, che hanno...
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«Il nodo da sciogliere avverte Filomena Morisco, professore Associato in Gastroenterologia presso l'Università Federico II è lo scarso numero di pazienti che accedono alle cure rispetto alla platea totale. In Italia solo l'8 per cento dei pazienti affetti da epatite C afferisce alle cure a fronte di un'efficacia delle terapie ottimo». «La guarigione riguarda oltre il 95 per cento dei soggetti trattati, con scomparsa totale della malattia - conferma Nicola Caporaso, professore di Gastroenterologia alla Federico II e tra gli organizzatori dell'incontro scientifico si Napoli il rammarico è che l'Italia ha cominciato tardi ad utilizzare i farmaci di ultima generazione».
Se l'obiettivo del ministero della Salute era trattare almeno 80 mila pazienti l'anno nel 2017 ci si avvia a non superare la soglia dei 60 mila. «Ciò pone due ordini di problemi sottolinea Antonio Craxì, professore di Gastroenterologia all'Ateneo di Palermo e presidente della Società Italiana di Gastroenterologia (Sige) da un lato l'accesso universale alle terapie e dall'altro i ritardi rispetto ai piani di eradicazione posti a livello nazionale e dettati dal'Oms».
Gli esperti riuniti a Napoli lanciano un forte richiamo ai medici di famiglia e agli specialisti sul territorio ai quali spetta indirizzare i malati ai centri prescrittori e spingere i casi sospetti o a rischio ad effettuare il test (basta un semplice esame della saliva). Le stime sulle malattie epatiche in Italia sono impressionanti: un milione di soggetti affetti da epatite C, 300 mila con epatite B, 200 mila con cirrosi epatica e 4-5 milioni con steatosi epatica non alcolica di cui circa il 15% concentrati in Campania e oltre il 35% al Sud.
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Il Mattino