Caro bollette, florovivaisti Campania: «Rischio Natale e Ognissanti senza fiori»

Caro bollette, florovivaisti Campania: «Rischio Natale e Ognissanti senza fiori»
«Quest'anno potremmo ritrovarci senza fiori freschi in occasione della festività di Ognissanti e della ricorrenza del 2 novembre quando si commemorano i defunti....

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«Quest'anno potremmo ritrovarci senza fiori freschi in occasione della festività di Ognissanti e della ricorrenza del 2 novembre quando si commemorano i defunti. E le cose potrebbero andare ancora peggio a Natale». Il caro bolletta incide e non poco anche nella produzione florovivaistica in Campania, tanto che Vincenzo Malafronte, presidente del consorzio produttori florovivaisti campani, non usa mezze misure per fotografare la situazione attuale e soprattutto per analizzare le prospettive future. «Tanti consorziati stanno ipotizzando di fermare la produzione: costerebbe troppo e saremmo costretti a portare sul mercato fiori con prezzi esorbitanti.

Ed al danno, dovuto all'aumento dei costi di produzione, si aggiungerebbe la beffa dell'invenduto». Ai forti aumenti delle materie prime, infatti, si aggiungono anche quelli dei costi dell'energia: «Solo nei mesi di luglio e agosto - prosegue Malafronte - abbiamo già registrato un aumento del 100% dei costi in bolletta, percentuale destinata ancora a crescere nei prossimi mesi, quando si intensificherà ancora di più l'utilizzo delle serre. Stimiamo che la produzione di fiori costerà ai floricoltori il 30% in più a causa dell'impennata dei costi, tanto che già oggi siamo costretti a produrre praticamente in perdita».

«Rischiamo un vero e proprio tsunami - è la conclusione del presidente del consorzio produttori florovivaisti campani - che spazzerebbe via produzioni, aziende e metterebbe a rischio, solo in Campania, oltre ventimila posti di lavoro. Ci aspettiamo dalle istituzioni e dalla politica risposte concrete e immediate per evitare un ulteriore indebolimento di un settore da sempre eccellenza nazionale.

La scomparsa dei fiori italiani dai mercati rischia peraltro di favorire le importazioni da Paesi stranieri, che nel 2021 hanno già fatto registrare un aumento del 20%».

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Il Mattino