Campania in zona gialla, il rischio c'è: colpa dei giovani senza vaccinazione

Campania in zona gialla, il rischio c'è: colpa dei giovani senza vaccinazione
I numeri da zona gialla sono ancora lontani (50 nuovi positivi nella settimana per centomila abitanti), ma in Campania la tendenza non è affatto tranquillizzante: nella...

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I numeri da zona gialla sono ancora lontani (50 nuovi positivi nella settimana per centomila abitanti), ma in Campania la tendenza non è affatto tranquillizzante: nella settimana tra il 21 e il 27 giugno si era avuta l'incidenza più bassa con 11,4 casi, negli ultimi sette giorni si è assestata poco sopra 20 casi ogni centomila abitanti e da diversi giorni gira intorno a quel valore con una tendenza a salire. Fin quando i numeri sono questi però la zona gialla e le relative restrizioni (in particolare il coprifuoco e le mascherine) è ben lontana. Ma dipende dall'andamento dei nuovi casi nei prossimi giorni. Fino agli inizi della settimana scorsa i nuovi contagi erano intorno a cento al giorno, durante la settimana c'è stata un'accelerazione e per ben tre giorni i contagi sono raddoppiati superando quota 200. Se dovesse confermarsi questo trend allora sì che la soglia dei 50 casi ogni centomila abitanti potrebbe essere valicata in due/tre settimane. 

La crescita è diversa da quella dell'estate del 2020 (anzitutto si partiva da un'epidemia con numeri molto bassi, mentre quest'anno agli inizi di maggio si contavano circa duemila casi al giorno) perché da un lato c'è lo sviluppo attraverso focolai localizzati e dall'altro, questa la vera novità dell'estate del 2021, i nuovi casi, in gran parte riguardano i più giovani, cioè l'area con la percentuale più ridotta di immunizzati: su 500mila ragazzi e ragazze, hanno avuto la prima dose in 178mila ed entrambe 47mila. 

Il fenomeno può essere spiegato esaminando i dati del capoluogo (in città l'incidenza è 26,45 casi negli ultimi sette giorni per centomila abitanti): l'incidenza dei nuovi casi quasi raddoppia per le fasce di età 19-25 (49,78) e 15-18 anni (40,1), per poi ridiscendere intorno a 30 tra 26 e 45 anni. È evidente che il virus, con la sua più aggressiva variante Delta - attacca le fasce più mobili e meno vaccinate. Con una ulteriore particolarità nel capoluogo: l'incidenza tra i bambini tra 0 e 5 anni che si attesta a 21,07 per centomila abitanti.

La situazione è però molto delicata perché lo sviluppo per focolai e fasce d'età giovani può, potenzialmente essere molto pericoloso. Lo rappresenta bene il caso di Caserta - con il focolaio nel centro estivo - che ha un incidenza quasi da zona arancione (87,86) e resta il comune campano con i numeri peggiori (ieri altri 12 casi) seguito da Pomigliano d'Arco (57,37) e Mugnano di Napoli (51,72) e a un soffio da quota 50 Pozzuoli (49,11).

Così come lo sviluppo per focolai è ben rappresentato dalla storia di Omignano (Salerno) - l'infezione partita da un'attività di servizi alla persona - che si porta dietro a livelli elevatissimi tutti i comuni vicini (Vallo della Lucania, Novi Velia, Casal Velino, Salento, Moio della Civitella, Castelnuovo Cilento) e che continua a produrre positivi (ieri altri cinque individuati a Vallo su 25 tamponi molecolari eseguiti).

Il rischio della Campania è dunque rappresentato dallo scarso sviluppo della campagna vaccinale tra i più giovani e dalle fiammate locali dovute a imprudenza e scarso rispetto delle regole di distanziamento. E da una incognita: i nuovi casi tra i più giovani, essendo quasi tutti asintomatici, possono portare il virus in quella fascia di popolazione anziana ancora non vaccinata che è quella più a rischio per le forme gravi della malattia. E far invertire una tendenza positiva che vede i nuovi casi registrati (ieri in tutta la regione sono stati 188 i nuovi positivi) non portare a nuove ospedalizzazioni (proprio perché interessano i più giovani): anche ieri infatti è diminuito il numero dei malati ricoverati in degenza ordinaria (da 195 di martedì a 192 di ieri) e intensiva (da 14 a 12). 

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Il Mattino