Differenziata sempre più cara. Quest'anno, se tutto andrà bene, in Campania si spenderanno più di 110 milioni solo per far lavorare fuori regione la...
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In Campania si producono ogni anno 703 mila tonnellate di umido e se ne lavorano più o meno 70 mila. Il resto viene esportato. In una recentissima nota alla Regione, la Sapna ha dato conto di tutte le gare bandite a partire dal 2017. Nell'ultimo anno ne sono state organizzate cinque: due sono andate completamente deserte e tre parzialmente deserte. Nel settembre del 2017 non ci sono state offerte per 55mila tonnellate. Nel novembre dello stesso anno sono state messe a gara 93 mila tonnellate, ne sono state affidate 28 mila a un prezzo oscillante tra i 147 e i 152 euro. Un mese dopo il quantitativo residuo è stato nuovamente offerto sul mercato, ma non sono arrivate offerte. A dicembre sono state bandite gare per 65 mila tonnellate sono arrivate richieste per 18 mila con una spesa tra i 160 e i 165 euro a tonnellata. Nel febbraio del 2018 su 98 mila tonnellate ne sono state appaltate 14 mila a 180 euro a tonnellata. Un'escalation destinata a pesare sulle tasche dei contribuenti e che non riguarda solo Napoli e il suo hinterland: la situazione, infatti, è la stessa per tutta la regione
E finora a guadagnarci sono stati soprattutto i trasportatori e gli smaltitori che hanno portato i rifiuti in giro per l'Italia e per l'Europa. Tra il 2014 e il 2016 i tour della spazzatura sono costati, secondo l'ultima relazione della commissione ecomafie, quasi mezzo miliardo e ad intascare questa cifra esorbitante sono state poche ditte, sempre le stesse. Il rimedio possibile è solo uno: realizzare gli impianti di compostaggio, come ha ribadito lunedì il ministro Costa incontrando il governatore De Luca. E per questo bisogna che i Comuni si decidano a collaborare attivamente con la Regione che con la delibera Semplificazione per evitare ulteriori temporeggiamenti, ha avocato a sé alcune prerogative. L'Anci, l'associazione dei Comuni, ha reagito duramente e ieri gli amministratori dei comuni che dovrebbero ospitare i nuovi siti (Afragola, Battipaglia, Cancello e Arnone, Casal di Principe, Castelnuovo Cilento, Chianche, Fisciano, Marigliano, Giugliano in Campania, Pomigliano d'Arco) si sono riuniti con il presidente dell'associazione, Domenico Tuccillo, respingendo quella che hanno definito «una ricostruzione strumentale relativa alla loro responsabilità», e ribadendo la disponibilità alla realizzazione dei siti. I sindaci hanno avanzato tre richieste: flessibilità sulla tipologia degli impianti, misure compensative per i comuni ospitanti, nessun commissariamento o decisione calata dall'alto.
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Il Mattino