In Campania si spendono più di 10 milioni di euro all’anno per esami radiologici inappropriati. Un numero che impressiona ancor di più alla luce dei drammatici...
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«Gli sprechi riguardano in egual maniera il pubblico e il privato, le strutture ospedaliere e quelle ambulatoriali», spiega Bruno Accarino (componente del consiglio direttivo della Sirm). Il fenomeno dell’inappropriatezza in Italia, dove sui eseguono 100 miloni di prestazioni radiologiche l’anno, vale circa 1 miliardo e 500 milioni di euro l’anno.
«Abbiamo bisogno di clinici che facciano i clinici, di medici che facciano i medici - aggiunge Roberto Grassi (presidente incooming Sirm 2018/2020) - perché in gioco non c’è solo spreco di risorse, ma anche la sicurezza dei pazienti, che devono essere esposti a radiazioni ionizzanti solo se veramente necessario».
Proprio seguendo questa filosofia si è raggiunta un'intesa tra i radiologi campani e l’Ordine dei Medici di Napoli, che prevede un trait d’union tra i medici prescrittori e i radiologi, finalizzato alla gestione congiunta del paziente. Così da ridurre drasticamente la percentuale di inappropriatezza delle prestazioni di diagnostica per immagini.
Nella stessa direzione vanno le novità tecnologiche presentate a Napoli. Apparecchiature che, grazie a software innovativi e specifiche soluzioni hi-tech, consentono, a parità di risultato, un utilizzo sempre più ridotto di radiazioni ionizzanti e mezzi di contrasto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino