Sui tagli alla sanità campana si scatena la bagarre politica. Terreno dello scontro è l'accordo raggiunto in conferenza delle Regioni sul riparto del fondo sanitario...
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Da un lato il governatore Vincenzo De Luca non è riuscito a scongiurare i tagli, ma dall'altro ha limitato i danni (nella peggiore delle ipotesi la Regione avrebbe dovuto rinunciare a 185 milioni) ottenendo l'impegno alla revisione dei parametri a partire dal 2016. Inevitabili le polemiche. A insorgere sono le forze politiche di opposizione, che puntano il dito contro la giunta De Luca. L'ex governatore Stefano Caldoro, che stamane terrà una conferenza stampa proprio sul tema del riparto del fondo sanitario, parla «dei cinque mesi più bui della sanità campana», in aperta polemica con il suo successore. Rincara la dose il deputato di Forza Italia Paolo Russo, secondo cui «sul piatto della bilancia il governatore De Luca, delegittimato dalle inchieste, pesa sempre meno. Le stesse leggi, certamente irragionevoli ed illogiche, c'erano pure quando a sedersi al tavolo della conferenza delle Regioni c'era Caldoro, ma lui riusciva sempre a portare in Campania più di quanto previsto dal riparto. Questione di rating?». E Carmine Mocerino, capogruppo di «Caldoro presidente» in Consiglio regionale, rilancia: «Bisogna modificare i criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale, lo diciamo da tempo ma De Luca ha sottovalutato il problema». Bordate al presidente della Regione arrivano anche dall'altra opposizione, il Movimento 5 Stelle: «I campani devono aprire gli occhi e ribellarsi - attacca il capogruppo dei grillini Valeria Ciarambino - Il taglio di 50 milioni di euro è un vero attentato al diritto della salute dei cittadini, un disastro che i campani pagano sulla propria pelle nell'indifferenza di De Luca che, oltre a fare chiacchiere, continua a non avere tempo per le emergenze della Campania perché troppo impegnato a risolvere i suoi guai giudiziari».
Da Palazzo Santa Lucia, invece, fanno sapere che «sull'intesa nessuna influenza hanno avuto, né potevano avere, i criteri di riparto legati alle condizioni socio-economiche e al peso dell'età media dei cittadini campani. I criteri restano ancora gli stessi, come ribadito più volte, perché entro il 30 aprile scorso, scadenza fissata dalla legge, nessuna azione della precedente amministrazione ha prodotto effetti».
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Il Mattino