Campania zona rossa, calano contagi e ricoveri: verso la promozione nella zona arancione

Campania zona rossa, calano contagi e ricoveri: verso la promozione nella zona arancione
Per la Campania (insieme alla Toscana), la zona rossa è scattata il 15 novembre scorso: il monitoraggio dei dati epidemiologici, che l'Istituto superiore di...

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Per la Campania (insieme alla Toscana), la zona rossa è scattata il 15 novembre scorso: il monitoraggio dei dati epidemiologici, che l'Istituto superiore di Sanità e la cabina di regia del ministero della Salute si accingono ad effettuare, comprende l'arco di due settimane che va dal 15 al 29 novembre. Un tempo considerato minimo per aggiornare il regime di restrizioni massime attualmente vigenti. Tra l'altro la latenza di una settimana, con cui vengono assunte le decisioni, allunga l'intervallo in cui la Campania è sottoposta a lockdown a 21 giorni.

La Toscana, per voce del suo governatore Eugenio Giani, ha già anticipato sabato scorso la certezza di passare in zona arancione a partire da domenica prossima. In realtà anche la Campania ha tutti i numeri per scendere sullo stesso gradino di rischio e semmai i dubbi sono relativi al ritorno o meno, prima di Natale, al primo gradino da cui è partita nella settimana dall'8 al 15 novembre, quando appunto in un sol colpo, a causa della grave situazione epidemica e del preoccupante sovraccarico degli ospedali, è stata spinta ad un doppio salto di grado. Quali sono dunque i dati che spingono la Campania verso la zona arancione e quali quelli da raggiungere per il ritorno in zona gialla che, assicurano dal ministero, tutte o quasi le regioni italiane dovrebbero conquistare a partire dal 15 dicembre?

Sebbene gli indicatori presi in considerazione siano ben 21 l'epidemia corre lungo tre o quattro binari: il primo è l'indice di infettività Rt che disegna il profilo della curva dei contagi e la velocità di crescita nel tempo. La Campania è partita, l'8 novembre, da un valore di Rt di 1,62 poi sceso a 1,1 già il 15 per calare ancora a 0,88 il 22 novembre (dato preso in considerazione dal monitoraggio nazionale) e attualmente è attestato a circa 0,7.

Quindi il virus ha frenato di molto la sua corsa e la curva si è appiattita. Ciò però accade dopo un lungo periodo di tempo in cui i casi e i contagi sono stati esponenziali e i malati di coronavirus si sono accumulati nell'arco di almeno quattro settimane. Per questo il secondo indicatore saliente, quello dell'incidenza dei positivi per 100mila abitanti, risulta ancora alto, a tre cifre e sopra la soglia di guardia di 500. Un dato, quest'ultimo, che non allenta la pressione sui livelli di attività dei dipartimenti di prevenzione delle Asl impegnati nel contact tracing e nelle cure domiciliare. 

Il terzo dato, relativo al sovraccarico di Asl e ospedali, anch'esso centrale per misurare gli effetti dell'epidemia sulle reti di cura, dopo il picco di inizio novembre ha iniziato anch'esso a raffreddarsi e procede su questa china sebbene molto lentamente. Attualmente questo parametro è stabile e in equilibrio tra nuovi ingressi in ospedale e dimissioni per guarigioni. In particolare non si osservano più le code e le grandissime difficoltà nei pronto soccorso di due settimane fa e si inizia a registrare un abbassamento del tasso di occupazione dei posti letto, soprattutto nelle rianimazioni scese sotto quota 200 raggiunta a metà novembre. Domenica scorsa la Campania aveva 183 posti di terapia intensiva occupati, erano 201 la settimana precedente, 194 le due settimane prima e 170 un mese fa. Anche i ricoveri sono in calo con 2.165 posti occupati rispetto ai 2.218 del 22 novembre, 2.224 del 15 novembre e 1.416 di un mese fa. Infine c'è da considerare la percentuale di positivi ai tamponi: anche su questo versante la Campania, in linea con il dato nazionale, domenica scorsa è scesa a circa 11 per cento mantenendo stabile questo valore nella settimana in corso. Discorso a parte per i decessi il cui è andamento è sfasato rispetto a quello dei nuovi casi, esito finale dei contagi contratti due o tre settimane fa e che, purtroppo, segue sempre con una scia piuttosto lunga il calo della febbre epidemica ed è l'ultimo ad esaurirsi. In Campania nell'ultima settimana si è avuta una media di 52 morti al giorno, erano 34 la settimana prima, 29 due settimane precedenti e 15 quattro settimane addietro. Il tasso di letalità in Campania è circa 1,4 per cento e resta il più basso del paese la cui media è del 2,1 per cento con punte nelle regioni del nord, anche maggiori. 

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Il Mattino