Piazza Dante, ieri pomeriggio, era territorio del popolo della cannabis light. Centinaia tra commercianti della canapa, avvocati specializzati nel settore, ragazzi (e non)...
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IL RADUNO
La piazza si riempie alla spicciolata. Piazza Dante odora di canapa e si colora di verde: «Ricordiamo chi è Salvini», è scritto su un manifesto de «I semi della discordia». «Uno Stato che legalizza recita un altro striscione . Non è uno stato spacciatore, ma uno Stato vincitore». E ancora: «La cannabis light è attualmente la più grande macchina per la creazione di posti di lavoro in America». Tra i diversi esercenti, c'è Mario Cipolletta di Cannabis for Amsterdam in via dei Mille. Fa un selfie con Ciampolillo e spiega: «La sentenza non ha cambiato nulla: i giudici hanno stabilito che è illegale vendere prodotti con thc superiore allo 0,5%, cosa che noi non abbiamo mai fatto. Il sequestro che io ho avuto il giorno prima della sentenza è arrivato su indicazione della direttiva del ministro. Bisogna restare aperti».
IL SENATORE
Ciampolillo, prima di salire sul palco, regge in mano una piantina e sorride per la foto. Alle sue spalle ci sono gli esercenti del «brand canapa». «La battaglia andrà avanti finché non otterremo il risultato sperato - Il fiore di canapa non contiene un principio attivo superiore allo 0,5%: in parlamento lo sanno tutti che è come un fiore di tulipano. In questi giorni sulla base della tossicologia forense ci sono stati alcuni dissequestri di merce. Il fiore, dunque, si può vendere». E le prossime mosse? «Attendiamo la revisione della proposta di legge. Già in questa settimana sottoporrò a tutti i parlamentari la versione definitiva del testo: è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Questo è un settore in fortissima espansione». E la camorra è contenta di questa situazione? «Se lo Stato funziona, la camorra non funziona: il proibizionismo non porta da nessuna parte», conclude il pentastellato. «Ma se parliamo di droga, stiamo cambiando argomento, perché la cannabis che noi difendiamo non lo è affatto». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino