Gli emissari del clan Orlando si erano fatti vivi anche sui cantieri del centralissimo corso Europa. Non erano sfuggiti agli uomini dei "Carrisi", quei pochi non ancora...
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Le successive indagini, affidate al Nucleo investigativo di Castello di Cisterna e coordinate dal pm Maria Di Mauro, in forza alla Direzione distrettuale antimafia, hanno portato all'emissione di due ordinanze di custodia cautelare, entrambe nei confronti di De Fenza e Agrillo, già detenuti da qualche mese nelle strutture carcerarie di Tolmezzo e Siracusa, che dovranno rispondere di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il titolare della ditta incaricata dei lavori, ascoltato dai magistrati dalla Procura di Napoli, ha negato di esser stato vittima di un'estorsione ma è stato sconfessato dalle intercettazioni telefoniche. "Ho i falchi assassini alle costole", queste le parole pronunciate ai suoi interlocutori. L'atteggiamento dell'imprenditore, definito omertoso in uno dei passaggi dell'ordinanza di custodia cautelare, è in antitesi con quello palesato dall'amministratore del condominio del corso Europa.
L'uomo ha raccontato agli inquirenti di essere stato effettivamente convocato nella villa del Ciaurro e di aver compreso - in maniera inequivocabile - di essere al cospetto di un gruppo di estorsori. De Fenza non non è solo il nipote di Luigi Esposito, alias 'o Celeste, una delle menti criminali più raffinate del clan Nuvoletta, da qualche mese tornato in libertà, ma è anche il fratello di Maurizio, meglio noto come 'o Mamozio, in carcere da oltre un anno perché accusato di aver rapinato e ucciso un gioielliere di Marano. L'altro indagato è invece Antonio Agrillo, referente per gli Orlando nel comune di Quarto. Agrillo è detenuto da diversi mesi, poiché accusato - assieme ad altri suoi sodali - di aver minacciato i familiari del collaboratore di giustizia Teodoro Giannuzzi, ritenuto vicino al clan Polverino nel territorio flegreo Leggi l'articolo completo su
Il Mattino