Cinque carabinieri agli arresti domiciliari, altri tre sospesi dal lavoro per un anno. Erano tutti in forza al gruppo di lavoro che incide su Sant’Antimo e sono stati...
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Inchiesta condotta dai pm Loreto e Serio, proviamo a capire chi sono i destinatari delle misure cautelari e in cosa consistono le accuse di corruzione: soldi e regali in cambio di notizie segrete su operazioni di alto impatto fatte a Sant’Antimo o mancate perquisizioni di autisti di boss, ma anche atteggiamenti morbidi nel dare (o non dare) esecuzione di misure e provvedimenti giudiziari come sequestri e altri interventi previsti dalla legge.
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Secondo un pentito, il clan avrebbe addirittura pedinato un maresciallo (si chiama Giuseppe Membrino) che ha svolto per anni un ruolo di argine contro il malaffare e contro il clan Puca. Arrivarono perfino a registrare tutti i suoi movimenti e a creare un cd poi messo nella cassetta di sicurezza del maresciallo: si trattava di immagini che ritraevano incontri alla luce del sole tra il militare è una sua informatrice, nel tentativo (vano) di destabilizzare il maresciallo e di intimidirlo.
Ed è stato lo stesso maresciallo, anni fa, a subire un attentato dinamitardo sotto la sua automobile.
Una vicenda che ha mostrato gli anticorpi dell’Arma, come ha ricordato il comandante provinciale generale Canio La Gala, anche alla luce delle migliaia di arresti e i tantissimi sequestri effettuati in questi anni.
Tutti i carabinieri sotto inchiesta erano stati già allontanati da Sant’Antimo e da Castello di Cisterna.
Finiscono agli arresti per corruzione i carabinieri (per i quali è stata esclusa l’aggravange mafiosa) Raffaele Martucci, Angelo Pelliccia, Michele Mancuso, Vincenzo Palmesano, Corrado Puzzo; ai domiciliari anche l’ex presidente del consiglio comunale di Sant’Antimo Francesco Di Lorenzo e il boss locale Pasquale Puca (che è già in cella al carcere duro per altri reati).
Mentre vengono sospesi per omissioni o abuso in atti di ufficio Carmine Dovere (abuso d’ufficio), il capitano Daniele Perrotta (omissione in atti di ufficio) e Vincenzo Di Marino (rivelazione di segreto d’ufficio). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino