Giornata di riflessione per gli inquirenti impegnati nelle indagini sulla tragica fine del piccolo Giuseppe Dorice, ucciso a bastonate domenica scorsa a Cardito da Tony Essobti...
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Dall'esame autoptico gli inquirenti si aspettano di conoscere l'ora del decesso e le cause che lo hanno determinato. Nella sua lunga confessione, resa dapprima al pm Paola Izzo e poi confermata nel corso dell'udienza di convalida, l'assassino di Giuseppe ha dichiarato che dopo aver pestato a sangue i due bambini tra le 9.30 e le 10.30, rendendosi conto delle gravi condizioni di Giuseppe, intorno alle 11,30 era uscito per acquistare in farmacia una pomata e del disinfettante. Al gip, Tony aveva dichiarato di essere uscito perché la sua convivente era in uno stato catatonico tale da restare paralizzata, incapace di aiutarlo nei soccorsi al piccolo ormai agonizzante. Eppure la stessa Valentina, sentita dal pm nel pomeriggio di domenica, aveva dichiarato di non essersi accorta di nulla perché si trovava in un'altra stanza, mentre Tony, nell'immediatezza dei fatti, aveva detto ai poliziotti che i due ragazzini erano caduti per le scale. Dichiarazioni sicuramente concordate tra Valentina e Tony, poi crollate nel corso degli interrogatori, davanti alle contestazioni degli inquirenti, che ora vogliono accertare se l'ammissione di tutte le colpe da parte di Tony Essobti, non siano una copertura delle responsabilità della compagna: una sorta di risarcimento per la morte del figlio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino