Ormai a Napoli per Carnevale sembra si faccia a gara nell’inventarsi il travestimento più originale per i propri figli. Messi in soffitta i costumi di supereroi e...
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Lo stesso Borrelli ha accolto con favore la rappresentazione ironica delle sue battaglie: «Ringrazio i genitori dei due simpatici bimbi per avermi inviato queste foto e per la dedica che mi hanno lasciato: "Piccoli Borrelli crescono". L'ho trovata un'iniziativa simpatica – scrive su Facebook l’esponente dei Verdi –. Quello che però ritengo più importante è che da un lato i genitori riescano a trasmettere ai loro figli i valori della civiltà, del rispetto delle regole e dell'amore per la propria città e per l'ambiente che li circonda. Dall'altro che i due bambini, in questo modo, comunichino il medesimo messaggio di civiltà ai loro coetanei».
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Insomma, il piccolo Borrelli, che sfila per le strade di Napoli con il baby parcheggiatore abusivo e la signora-bambina che in vestaglia e pantofole getta la spazzatura fuori orario, sembra essere stato accolto con simpatia, conferendogli un messaggio positivo. Resta, però, la perplessità nel vedere bambini indossare costumi che si fatica a immaginare siano una loro scelta. Un travestimento di Carnevale dovrebbe sbizzarrire la fantasia dei più piccoli, che per un giorno possono sognare di essere un principe, una fata o un personaggio con super poteri in grado di sconfiggere il male. E, invece, in questo modo si proiettano su di loro problemi quotidiani che dovrebbero riguardarli fino a un certo punto, snaturando una festa che dovrebbe favorire la fuga dalla realtà. In altre parole: va bene l’educazione civica impartita ai più piccoli, ma almeno a Carnevale lasciamo che i bambini siano liberi di diventare ciò che vogliono. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino