«Caro Bussetti, le scuole al Sud sono allo stremo»

«Caro Bussetti, le scuole al Sud sono allo stremo»
«Caro ministro ti scrivo...», prende carta e penna Giovanna Martano, e scrive a Marco Bussetti. Un passato in politica (fu a lungo dirigente dei Ds e dal 2004 al 2009...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Caro ministro ti scrivo...», prende carta e penna Giovanna Martano, e scrive a Marco Bussetti. Un passato in politica (fu a lungo dirigente dei Ds e dal 2004 al 2009 assessore provinciale al Turismo), oggi da dirigente dell'istituto «Capraro» di Procida, la Martano descrive al ministro dell'Istruzione tutti i disagi e le difficoltà di chi lavora in quella scuola del Sud che per Bussetti non si sacrifica, non si impegna, chiede solo soldi. «Parole estrapolate», dirà poi il ministro. «Gli sguardi dicono più delle parole, abbiamo visto tutti il volto infastidito, disgustato, del ministro quando parlava della scuola al Sud», ribatte la dirigente scolastica.

 
Nella lettera, la Martano descrive il malessere di una scuola che non chiede elemosine ma il giusto per andare avanti. Che sia Afragola o Caivano o Procida, il quadro è il medesimo. Il trasferimento ordinario di fondi dal ministero al «Capraro» è di circa 16mila euro all'anno, e con questi soldi, scrive la dirigente scolastica, bisogna provvedere al «funzionamento generale e alla didattica, dall'acquisto della carta al materiale di cancelleria, dalle piccole riparazioni all'assicurazione degli alunni». In un territorio, aggiunge la Martano, in cui la maggior parte delle scuole dipende «da enti locali in dissesto o pre-dissesto e che non riescono nemmeno a garantire l'ordinario». I soldi, certo, ma il disagio non è solo economico, perché poi c'è il libro nero delle strutture carenti e spesso non a norma. «Credo, caro ministro, che d'ufficio possa chiudere quasi tutte le scuole meridionali», scrive la Martano. «Con le sue parole - dice la dirigente scolastica a Il Mattino - il ministro ha gettato la maschera».

In questo scenario, già di per sé difficile perché «il disagio giovanile spesso incrocia la camorra e la microdelinquenza», sentirsi dire che c'è scarso impegno è roba che alla Martano proprio non va giù. E dietro le parole del ministro, la dirigente del «Capraro» intravede una precisa chiave politica. «La verità è che nella testa del ministro c'è l'autonomia differenziata che stanno cavalcando Lombardia e Veneto, che vogliono cancellare il sistema nazionale di istruzione. Addirittura, vogliono che il personale scolastico diventi dipendente delle Regioni. È molto grave quello che sta succedendo», sostiene la Martano, che per un attimo ritrova l'antica passione della discussione politica. Ne ha anche per Di Maio, l'ex assessore: «L'alleanza di governo con la Lega è politica e organica. Quando si limita a dire che Bussetti ha detto una fesseria, il vicepremier non è affatto convincente».


Eppure, quel mondo della scuola che oggi ribolle contro il ministro è lo stesso che si era rivoltato contro la Buona scuola, punendo il Pd alle elezioni. «La Buona scuola - si smarca la Martano - aveva sicuramente limiti e storture ma l'ho sempre ritenuta una buona legge. È anche vero, però, che la scuola ha recepito male quella riforma, forse bisognava indagare più a fondo il profondo disagio che c'è nel nostro mondo». Ma quella è storia passata, il presente dice che il futuro potrà essere a tinte fosche. «So - aggiunge la dirigente - che si stanno raccogliendo firme contro il ministro e contro l'autonomia. Mi auguro una mobilitazione della società civile, spero che intervenga Mattarella». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino