Carta revolving diventa incubo per una famiglia napoletana: c'è il rimborso

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Una coppia napoletana di Fuorigrotta: lui fa il portiere di uno stabile, la moglie lavora all’Asl. Scoprono di essere stati ingannati con la carta di credito “revolving”, diventata incubo per molti cittadini ma poi vengono risarciti. La storia: attesa la crescente necessità di liquidità, avevano fatto ricorso alle suddette carte di credito.



Dopo qualche tempo, però, a causa degli interessi altissimi sulle somme prestate, nonché per le evidenti difficoltà economiche, non riescono ad onerare alcuni pagamenti. Inizia l’incubo.



Subito i debitori vengono segnalati presso le principali Banche dati. Successivamente, alcuni Istituti bancari chiudono loro i conti correnti e revocano tutti gli altri mezzi di pagamento. Ma l’odissea deve ancora finire, le finanziarie (la Findomestic nel caso della coppia napoletana) in caso di mora violano le più banali norme sulla privacy, riuscendo ad ottenere tutte le informazioni personali del debitore, rintracciandolo in ogni dove, anche sul posto di lavoro, creando evidente imbarazzo allo stesso.



Così i due impiegati ritrovatisi nell'impossibilità di poter riscuotere assegni, segnalati presso gli istituti di credito e minacciati dalle finanziarie, decidono di rivolgersi all'Associazione di consumatori “Aidacon”, ottenendo la restituzione delle somme illegittimamente incassate dalle finanziarie, unitamente alla cancellazione delle segnalazioni pregiudizievoli. Prendendo spunto da questa storia, l’Aidacon come ha precisato il suo presidente, l’avvocato Carlo Claps, “ha deciso di iniziare una azione collettiva contro le più importanti Società finanziarie (Findomestic, Agos, Compass…) in quanto molte carte di credito revolving vengono tuttora rilasciate senza un regolare contratto e proposte come prodotto accessorio di altro contratto di finanziamento finalizzato all'acquisto di beni di consumo. Si ricevono carte di credito revolving a mezzo posta che spesso non risultano emesse a norma di legge.



Così il consumatore è costretto a pagare interessi, spese ed assicurazioni mai validamente pattuiti. L'azione giudiziaria consentirà a molti cittadini di ottenere la restituzione di tutti gli interessi e spese pagate a fronte del finanziamento revolving”.
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Il Mattino