La memoria, la storia. Se la prima è individuale, la seconda è nelle cronache. Mai come nel caso dell'orrore nazi-fascista memoria e storia possono ancora...
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Il dirigente scolastico Michelangelo Riemma ha voluto che due voci della Shoah parlassero ai ragazzi della scuola perché la memoria resti fissata come Storia.
Tatiana e la sorella Andra furono deportate bambine a Birkenau e poi Auschwitz. Con loro c'era anche il cuginetto napoletano Sergio De Simone, fratello di Mario.
Le sorelline Bucci tornarono dal lager. «Andra e Tatiana si salvarono, risparmiate dalla furia nazista per la loro straordinaria somiglianza, nonostante i due anni di differenza. I nazisti le credettero gemelle, dunque merce pregiata per Mengele e gli altri scienziati di Hitler. Così le SS decisero di non separarle, nella speranza di usarle successivamente come cavie. Questo permise loro di guadagnare tempo». Sergio no. «Sergio venne ingannato, speranzoso e ingenuo com'era. Una mattina di novembre del 1944, le SS entrarono nella baracca dei bambini di Birkenau e dissero: "Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti". Sergio De Simone quel passo lo fece, insieme ad altri diciannove bambini: tutti trasferiti al campo di concentramento di Neuengamme, vicino ad Amburgo, destinati agli esperimenti in laboratorio e non certo all'abbraccio delle loro madri. A loro venne iniettato il germe della tubercolosi. Sergio e gli altri bambini vennero poi drogati di morfina e impiccati nei sotterranei della scuola di Bullenhuser Damm». E questa è storia.
Storia che le sorelle Bucci hanno affidato ai libri “Noi, bambine ad Auschwitz. La nostra storia di sopravvissute alla Shoah” (Mondadori), e “Storia di Sergio” scritto con Alessandra Viola.
È accaduto solo 75 anni fa, potrebbe accadere ancora. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino