«Mi ritrovo a dover pagare una cifra più alta di quella che ho già versato ed entro la scadenza prevista. Ma come faccio con una moglie e tre figli a carico?...
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Pende così l’incubo delle cartelle pazze su decine di case popolari di Napoli, come denuncia l’Assocasa: «Numerosi inquilini dell’Acer, la nuova azienda regionale dell’edilizia residenziale pubblica, stanno ricevendo bollettini di pagamento nei quali è stato applicato un canone o una indennità di occupazione nella misura massima prevista, nonostante abbiano consegnato, entro i termini previsti, istanza per l’accertamento reddituale», tuona il segretario dell’area Metropolitana di Napoli dell’Assocasa, Luigi Rispoli.
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Ma qual è la procedura? In sintesi ogni due anni gli inquilini degli alloggi popolari sono tenuti a consegnare una sorta di autocertificazione sulla situazione reddituale del proprio nucleo familiare: «La scadenza era a fine giugno - spiega Esposito - poi c’è stata una proroga fino a dicembre 2019. Io, come tanti altri, abbiamo ottemperato a questo obbligo presentando la documentazione richiesta, ma mi sono visto arrivare un bollettino di ben 250 euro per il solo canone di locazione. Oltre noi, ci sono tanti anziani in quelle case. Come possono affrontare una spesa simile, se risiedono lì proprio in virtù del loro basso reddito?». A raccogliere le istanze dei cittadini è l’Assocasa, che ha inviato una nota ai vertici dell’azienda regionale «perché questa errata richiesta sta creando allarme tra gli inquilini per le possibili conseguenze di un mancato o ritardato pagamento - rimarca Rispoli - Ma anche perché di norma non sono previsti rimborsi o ricalcoli per i mesi scaduti quando la documentazione (ma non è questo il caso) viene presentata in ritardo».
Alla luce delle tante richieste degli inquilini, l’Assocasa ha chiesto all’Acer di adottare un provvedimento di proroga del pagamento relativo al canone di locazione o indennità di occupazione per il mese di gennaio; di provvedere all’invio di nuove bollette corrette; e di diramare, ad horas, una comunicazione all’utenza con la quale si rassicura sul disdicevole inconveniente. «Non bastava - conclude Rispoli - una situazione di totale immobilismo in cui versa ad oggi l’Acer che, da quando è nata, non riesce a garantire alcunché ai suoi inquilini, ora ci mancavano solo le cartelle pazze». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino