Case con vista sul golfo, palazzine, terreni, negozi, magazzini e depositi. E l'ex manicomio Leonardo Bianchi, esclusa la parte monumentale, al centro delle polemiche:...
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Chiamati a gestire le procedure i professionisti partenopei dell'Ordine dei notai con cui è stata siglata un'intesa. «Per cedere le altre proprietà, manca esclusivamente il via libera della soprintendenza», spiega Guetta, che così chiarisce i motivi dei ritardi sulla tabella di marcia concordata a marzo scorso con la Regione Campania. Il piano è infatti approvato dalla giunta di Vincenzo De Luca e sintetizzato in due delibere, ma il tentativo di fare cassa, alienando beni inutilizzati, risale al 2014 e, da allora, ulteriori edifici sono stati individuati. «Insomma, stiamo facendo la rivoluzione anche nel patrimonio», vuole sottolineare il manager Mario Forlenza. «E, per alcuni immobili, il valore di mercato è indicato dall'Agenzia delle Entrate di Napoli; per altri, la stima è dell'ufficio tecnico aziendale in base alle quotazioni dell'osservatorio del mercato immobiliare», si legge nel documento di Palazzo Santa Lucia che, in allegato, riporta le integrazioni, tutti gli indirizzi e le caratteristiche.
Le proprietà da alienare sono disseminate in tutta la città. Ad esempio. Nel quartiere Vicaria, in via Sant'Antonio Abbate e in via Cesare Falcone. C'è un magazzino in via Cupa Angara, zona Chiaia. Tre negozi in via Gesù e Maria, ad Avvocata, una casa vuota al corso San Giovanni a Teduccio e l'elenco è ancora lungo. Gli uffici in via Chieti sono i primi a finire sul mercato, suddivisi in due particelle catastali: quella di 775 metri quadrati proposta a 1,1 milioni; quella di 102, dal prezzo decisamente inferiore: 153mila euro. Poi c'è l'appartamento in via Battistello Caracciolo, 480mila euro, la cifra orientativa. Ma il palazzo più prestigioso si trova in via Tasso e, da solo, vale oltre 2,7 milioni.
Caso a sé il Leonardo Bianchi in via Calata Capodichino, l'ex ospedale psichiatrico a cui è legata la storia di Napoli. Nel merito, la decisione assunta dalla Asl è quella di cedere terreni per 152mila metri quadrati e fabbricati per altri 81.278, «conservando il blocco monumentale», ribadisce il direttore amministrativo. Lì un artista del calibro di Roberto de Simone, che utilizzò quei saloni ancora abitati per le prove e i provini della Gatta Cenerentola, propone di creare spazi di socialità e un museo della memoria. E la sua richiesta non è isolata. Per non dimenticare l'orrore, ancora così vicino e così lontano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino