Caso meningite a Nola, Vulcano Buono smentisce: «Nessuna richiesta di disinfestazione»

Il Vulcano Buono visto dall'alto
Dopo la morte della piccola Sofia avvenuta a Nola martedì scorso per un attacco di meningite, negli ultimi giorni sono circolate notizie false sulla vicenda. In...

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Dopo la morte della piccola Sofia avvenuta a Nola martedì scorso per un attacco di meningite, negli ultimi giorni sono circolate notizie false sulla vicenda. In particolare, un messaggio audio ha iniziato a ribalzare da uno smartphone all’altro via WhatsApp: una donna assicura che l’ospedale Cutugno, dov’è deceduta la bimba di appena sette mesi, ha chiesto al centro commerciale Vulcano Buono di operare una disinfestazione di tutti gli ambienti a porte chiuse, poiché è lì che Sofia avrebbe contratto il virus del meningococco che l’ha uccisa. Sempre secondo quanto raccontato dalla donna nell’audio, il centro commerciale si sarebbe rifiutato di ottemperare alla richiesta dei sanitari per evitare di chiudere i battenti un giorno intero, perciò invitava tutti a non recarsi nel complesso nolano nelle prossime settimane.

 
Una notizia assolutamente infondata, che però ha creato panico tra i frequentatori del Vulcano Buono, che si è visto costretto a diffondere un comunicato ufficiale pubblicato sul suo sito web e sui canali social: «Come molti di voi già sapranno lo scorso 13 marzo è venuta a mancare la piccola Sofia – si legge nella nota –. Siamo profondamente dispiaciuti per questa terribile tragedia e ci uniamo al dolore della famiglia». Poi si fa riferimento a quello che è accaduto dopo la scomparsa della bimba: «Purtroppo in queste ore si stanno diffondendo false notizie su un obbligo di chiusura del Centro Commerciale. Abbiamo preso contatti con il presidio ospedaliero che ha assistito la bambina e vogliamo rassicurarvi: non ci sono pervenute richieste di alcun tipo da parte degli Enti Sanitari competenti». Infine, si chiede di non dar credito a quelle che sono delle vere e proprie bufale: «Invitiamo tutti a diffidare di informazioni che non provengono da fonti ufficiali».
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Il Mattino