Caso Regeni e sparizioni forzate: la solidarietà del foro napoletano ai colleghi egiziani

Armando Rossi, presidente degli avvocati napoletani
Il Presidente del Consiglio dell’ Ordine degli avvocati di Napoli esprime piena solidarietà al collega Ibrahim Metwaly, 52 anni, avvocato per i diritti umani e...

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Il Presidente del Consiglio dell’ Ordine degli avvocati di Napoli esprime piena solidarietà al collega Ibrahim Metwaly, 52 anni, avvocato per i diritti umani e co-fondatore del gruppo delle “Famiglie degli scomparsi in Egitto”, che si trova in carcere dal 12 settembre.


Metwaly è stato fermato il 10 settembre mentre stava per imbarcarsi su un volo diretto a Ginevra, invitato ad una consultazione sulle sparizioni in Egitto dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle sparizioni, forzate e involontarie. Nello steso tempo la sede dell’Egyptian Commission for Right and Freedoms (ECRF), associazione professionale di legali, è stata posta sotto attacco da parte della polizia egiziana e del governo, dopo la pubblicazione di un dossier sulle sparizioni forzate in Egitto e dopo il lavoro di ricerca e denuncia che sta conducendo sul “caso Regeni”.

Secondo le organizzazioni non governative egiziane, le sparizioni forzate sono centinaia ogni anno, diventate frequenti dal marzo 2015: orrida e manifesta violazione dei diritti umani e scenario di stravolgimento del lavoro e della vita dei colleghi egiziani impegnati nella difesa dei diritti contro la repressione dei regimi autoritari.

Dinanzi a tali orribili violazioni, l’Ordine degli Avvocati di Napoli, con la sua Commissione Diritti Umani, impegnati nella promozione permanente dei diritti umani, nell’attivazione degli strumenti di tutela degli stessi e nel sostegno agli avvocati difensori dei diritti umani, non intende restare inerte e chiederà una mobilitazione ferma e compatta dell’Avvocatura affinché le autorità di governo ottengano la immediata cessazione delle limitazioni delle libertà individuali, di espressione e di informazione che minacciano il lavoro e la vita dei nostri colleghi egiziani.
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Il Mattino