Casola. Ha salutato il figlio per l'ultima volta prima di morire, raggiunto alla fronte da un proiettile di grosso calibro mentre era in sella al suo scooter. La pallottola,...
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Sul posto i carabinieri della compagnia di Castellammare, agli ordini del maggiore Donato Pontassuglia, e i colleghi della stazione di Gragnano, guidati dal maresciallo Giovanni Russo, hanno rinvenuto sulla scena del delitto un solo bossolo. Le indagini sul raid che ha sconvolto la piccola comunità proseguono serrate senza trascurare nessuna pista. Subito dopo il raid ed anche nella giornata di ieri sono scattate le perquisizioni a carico di alcuni pregiudicati di Casola, alla ricerca dell'arma con cui è stato eseguito il delitto a via Roma. Gli investigatori hanno già individuato alcune telecamere di videosorveglianza, piazzate nei pressi del luogo dell'agguato, che potrebbero dare man forte alle indagini.
In queste ore sono al setaccio i filmati degli impianti. Starace, pur avendo precedenti penali, secondo le forze dell'ordine non risulta essere organico a nessun clan camorristico della zona. Le modalità dell'agguato, però, hanno tutti i caratteri di una esecuzione: il killer ha studiato i movimenti del 63enne per poi mettere in atto un'azione fredda e fulminea. Un regolamento di conti i cui contorni sono ancora tutti da definire. Sull'ambito in cui sarebbe maturato l'omicidio di Starace gli inquirenti non si sbilanciano e lasciano aperta ogni ipotesi. I carabinieri stanno scandagliando il passato e gli ultimi tempi della vittima. Dalle indagini emergono vecchi rancori e forti contrasti tra una famiglia del posto e quella di Starace. Per quanto riguarda gli ultimi eventi della vita del pensionato 63enne casolese e dei suoi familiari, i militari stanno tenendo in considerazione una lite risalente ad alcune settimane fa e avvenuta in strada tra un pregiudicato del posto e uno dei tre figli della vittima. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino