Auto a fuoco nel garage, 36 famiglie sgomberate

Fiamme in una palazzina del Parco Pini, per gli inquirenti la matrice è dolosa

Auto a fuoco nel garage
Un avvertimento nella lotta tra bande per il dominio dell'attività illecite o cos'altro nasconde l'incendio, di chiara matrice dolosa, appiccato ieri mattina,...

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Un avvertimento nella lotta tra bande per il dominio dell'attività illecite o cos'altro nasconde l'incendio, di chiara matrice dolosa, appiccato ieri mattina, all'alba, ad alcune auto parcheggiate nel garage della palazzina B/5 all'interno del Parco dei Pini di Casoria, la struttura realizzata con i fondi della ricostruzione post-terremoto del 1980. Tre auto carbonizzate, con una quarta seriamente danneggiata, oltre a danni agli impianti elettrici e quelli fognari: al momento non ci sono preoccupazioni di carattere strutturale ma comunque molte delle 36 famiglie residenti sono state ieri sera invitate ad uscire dalle abitazioni.

Per loro è scattato lo sgombero precauzionale dopo il sopralluogo dei tecnici comunali e degli esperti dei vigili del fuoco. «Non abbiamo il quadro delineato in tutta la sua interezza fanno rilevare al Comune . Per fortuna non ci sono feriti, anche se all'inizio si è temuto il peggio».

Un cosa è certa: gli abitanti apparivano disorientati, spaventati. Molti bambini piangevano per la paura mentre sul posto si è recato con la polizia urbana e i carabinieri anche il sindaco, Raffaele Bene. «La situazione è tenuta sotto controllo: c'è personale del servizio politiche sociali per fronteggiare le emergenze di anziani, bambini e famiglie in difficoltà», dice il primo cittadino da tempo impegnato in azioni per la riqualificazione e rilancio di quello che, almeno sulla carta, doveva rappresentare il fiore all'occhiello di tutta la ricostruzione in Campania mentre di fatto si è trasformato ben presto in un ghetto. Proprio qualche mese fa emerse uno spaccato inquietante all'interno del rione: a farlo emergere un'operazione dei carabinieri che sgominarono una banda che vendeva dosi di droga a bambini.

Ma spesso l'area è stata individuata anche come quartiere generale per la gestione dei cosiddetti "cavalli di ritorno", cioè i furti di auto poi restituite ai proprietari dietro il pagamento di laute somme di denaro. «La risposta delle Stato non può che essere, come sempre, duplice: repressione dei reati da parte delle forze dell'ordine e riqualificazione di spazi e aree comuni da parte dell'amministrazione locale», fanno rilevare esponenti della Giunta. Per la rigenerazione urbana del quartiere il Comune ha ricevuto anche un finanziamento con i fondi del PNRR. Il Comune ha provveduto anche alla bonifica di un'area antistante il parco, la strada vicinale Marrazzo, per istituire un mercato settimanale sperimentale, dopo averla ripulita dei cumuli di rifiuti che erano arrivati ad invadere anche la sede stradale. «Per venti anni quell'area è stata il simbolo del degrado e dell'abbandono, abbiamo promesso dignità», conclude il primo cittadino Raffaele Bene.

Ma la realtà è lontana dai buoni propositi. Intanto, ora tutto è nelle mani degli investigatori. Sul rogo doloso indagano i carabinieri della stazione di Arpino e quelli della locale compagnia Casoria centro. Si cerca una traccia per indirizzare le indagini, anche se i militari danno l'impressione di non essere a un punto zero. Attendono, comunque, una relazione dettagliata dai tecnici dei vigili del fuoco che stabilirà in maniera definitiva i danni agli impianti e alla struttura portante.
 

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Il Mattino