Ridurre al minimo le «stese», le ormai famigerate scorrerie armate, ma puntare comunque sul terrore, sulla paura, sulla prova di forza di chi usa il fuoco per imporre...
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LA REGÌA
Inevitabile una domanda: c'è una regìa dietro i continui assalti incendiari? Partiamo dai dati di fatto: il centro della nuova emergenza si chiama piazza Dante, mentre sono i vicoli del centro storico a far registrare fiamme notturne. Vandalismo, semplici ragazzate? Non ne sono convinti i residenti, né gli uomini Asia - la municipalizzata che si occupa di smaltimento rifiuti nell'area metropolitana - da anni alle prese con problemi di questo tipo. Stando a quanto raccolto sul campo dal Mattino, la storia puzza di camorra, di regìa criminale. Non parliamo solo degli interessi di qualche parcheggiatore abusivo, che può avere interesse a conquistare spazi sottratti alla sosta illecita, ma parliamo di una strategia più ampia, che si sta consumando soprattutto nella zona del centro storico, quella delle paranze. Andate e incendiate. Puntate sulla carta e sulla plastica: è il refrain notturno, il passa parola che anima e offende le notti napoletane. Ed eccoli in azione, sempre e comunque in sella agli scooter, con tanto di casco o volto travisato, idee chiare sulla missione da compiere. Niente armi, niente spari in aria, niente scorrerie e colpi di piombo. Non è in gioco la contrapposizione con un altro clan, né bisogna lanciare messaggi a questo o quel boss dell'ala rivale. No, qui bisogna semplicemente creare emergenza, alimentare paura, imporre la legge del silenzio. E spettacolarizzare le proprie azioni in una sola direzione, quella dell'omertà. Pochi giorni fa, sono stati i vertici dell'Asia a spedire un report all'assessorato all'ambiente di Raffaele Del Giudice, che ha girato una nota informativa al sindaco. Due giorni fa, a porte chiuse, si è tenuto poi in Prefettura un comitato per l'ordine pubblico, nel quale è stato affrontato anche il caso delle campane bruciate. Al di là dei danni provocati, si prova a mettere a fuoco movente e strategia. Ragiona con il Mattino, uno dei tecnici dell'Asia che preferisce mantenere l'anonimato: «Non ci sono appalti in corso, non ci sono procedure di gara da assegnare, né bisogna fare ricorso a ditte esterne per la rimozione estemporanea di rifiuti combusti. Fino a sette anni fa, l'Asia non aveva bobcat interni, doveva fare ricorso a contratti con ditte esterne, che alimentavano comunque il sospetto di emergenze costruite ad hoc per rimuovere spazzatura incendiata. Oggi non è più così, oggi Asìa è una ditta autonoma e ha internalizzato risorse, mezzi e know how che prima era costretta ad affittare». Dunque? Indagine dei carabinieri, si muove la compagnia Stella, massima allerta anche ai vertici del reparto operativo e della polizia. Si cercano riscontri dalle telecamere, si invitano i cittadini a fare la loro parte. C'è un numero verde messo a disposizione da Asia (800 161010), ma anche due indirizzi mail (raffaele.delgiudice@comune.napoli.it oppure servizio.clienti@asianapoli.it) per raccogliere elementi sulla banda degli incendiari delle notti napoletane, specie in un periodo in cui il ciclo raccolta rifiuti - specie in periferia - fa registrare disservizi per gli intoppi nel funzionamento degli impianti di smaltimento. Possibile a questo punto un'indagine di sistema sui falò delle campane a Napoli, sullo strano assalto organizzato contro le campane della carta e della plastica (lasciando intatte quelle del vetro e delle stoffe usate), nelle zone dove in estate il racket torna a farsi vivo, dopo le «rate» di Natale e Pasqua.
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Il Mattino