Clan e politica a Castellammare di Stabia, vertice in prefettura sul rischio scioglimento

Clan e politica a Castellammare di Stabia, vertice in prefettura sul rischio scioglimento
Ultimo vertice in prefettura prima dell'invio della relazione al ministro. Nei prossimi giorni il caso Castellammare di Stabia sarà al vaglio del Viminale. Ieri...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Ultimo vertice in prefettura prima dell'invio della relazione al ministro. Nei prossimi giorni il caso Castellammare di Stabia sarà al vaglio del Viminale. Ieri mattina, infatti, il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, ha convocato il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica che, come da norma, ha visto la partecipazione anche del procuratore di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso.

Questo è l'ultimo step prima dell'invio della relazione definitiva al ministro dell'Interno, che dovrà valutare le conclusioni alle quali sono giunti i funzionari nominati per reggere la Commissione d'accesso, che si è insediata lo scorso maggio a Palazzo Farnese. I lavori della Commissione d'indagine si sono conclusi un mese fa, dopo la proroga di tre mesi richiesta ad agosto. La riunione di ieri è servita a fare un punto sulla situazione. Adesso, il prefetto avrà ancora due settimane di tempo per trasmettere la sua relazione al ministro Luciana Lamorgese che valuterà se chiedere o meno al consiglio dei ministri lo scioglimento del consiglio comunale che poi verrebbe decretato dal Presidente della Repubblica. 

La Commissione si è insediata a Palazzo Farnese all'indomani della nomina di Emanuele D'Apice a nuovo presidente del consiglio comunale. Una nomina seguita da un discorso interrotto da diversi applausi della maggioranza di elogio e ricordo del defunto padre Luigi D'Apice, condannato per reati di camorra poiché ritenuto dall'Antimafia il volto politico del clan Cesarano, tanto da meritarsi il soprannome di «Gigino o ministro». Proprio l'influenza politica di D'Apice senior costò lo scioglimento per camorra del consiglio comunale di Pompei nel 2001. A parte alcune parentele «scomode» di almeno sei consiglieri comunali, al vaglio degli ispettori sono finiti appalti e affidamenti, così come l'operato di dirigenti e funzionari comunali negli ultimi anni, anche in base alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e a quanto emerso da alcune indagini dell'Antimafia, che hanno evidenziato inquietanti influenze del clan D'Alessandro. 

Tra tre settimane scadono i primi tre mesi anche per la Commissione d'accesso che sta indagando su eventuali infiltrazioni della camorra nella vicina Torre Annunziata. A quanto pare, gli ispettori sono intenzionati a chiudere i lavori entro i novanta giorni, senza chiedere proroghe. In questo caso, la Commissione si è insediata a ottobre, ad un anno esatto dall'avvio delle indagini sul «sistema» che avrebbe guidato l'aggiudicazione di appalti a determinate ditte, su indicazione dell'ex dirigente comunale Nunzio Ariano, arrestato un anno fa dopo aver intascato una mazzetta da 10mila euro e già condannato in primo grado a sei anni di reclusione per fatti di corruzione. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino