Castellammare, il sentiero è dei narcos: ruote bucate ai volontari dopo il rogo

Castellammare, il sentiero è dei narcos: ruote bucate ai volontari dopo il rogo
I volontari vanno a pulire i sentieri del monte Faito danneggiati tre anni fa dagli incendi, ma quando tornano a Quisisana trovano le otto ruote delle due auto squarciate....

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I volontari vanno a pulire i sentieri del monte Faito danneggiati tre anni fa dagli incendi, ma quando tornano a Quisisana trovano le otto ruote delle due auto squarciate. È accaduto qualche giorno fa, ma solo ieri mattina i responsabili della sezione di Castellammare di Stabia del Club Alpino Italiano hanno deciso di raccontare l'accaduto. Sabato mattina, un gruppo di volontari della sezione stabiese del Club Alpino ha deciso di recarsi sui boschi di Quisisana per provvedere alla manutenzione del sentiero 349a, chiuso da tre anni in seguito ad un incendio che aveva abbattuto decine e decine di alberi letteralmente cancellandolo. I volontari hanno parcheggiato lungo la strada che da Quisisana porta al monte Faito, all'imbocco della via vicinale per i castagneti. «L'attività spiegano dal Cai ha richiesto sei appuntamenti per circa 120 ore di lavoro e ha visto numerosi soci impegnati pesantemente per ripristinare il sentiero». Muri di vegetazione cresciuta sugli alberi abbattuti hanno richiesto l'utilizzo di motosega, roncole e troncarami per ripristinare la traccia metro dopo metro. Contemporaneamente, i volontari hanno provveduto alla posa della segnaletica orizzontale, tracciando i segni bianco-rossi che aiutano gli escursionisti a non perdere il sentiero.


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Al ritorno a Quisisana, però, l'amara sorpresa: le ruote delle due auto erano squarciate, dunque solo l'intervento di un carro attrezzi ha potuto permettere lo spostamento delle vetture danneggiate. I soci del Cai hanno allertato la polizia e hanno deciso di sporgere denuncia contro ignoti per danneggiamento. Sul caso adesso indagano i poliziotti del commissariato di Castellammare, guidati dal dirigente Pietro Paolo Auriemma. Al momento non è escluso che possa trattarsi di un atto intimidatorio nei confronti del Cai, ma è possibile pure che i volontari siano stati scambiati per ladri di castagne. «Chi si chiedono i volontari non vuole che gli stabiesi e gli escursionisti frequentino le pendici stabiesi del Faito? Pensare che ci siano zone del comune di Castellammare di Stabia letteralmente terra di nessuno riempie di amarezza. Il Cai Stabia esprime la propria amarezza, ma auspica che le forze dell'ordine possano individuare i responsabili». Quelle zone, tre anni fa sono state teatro di un disastroso incendio, avvenuto durante la stessa estate in cui a bruciare è stato anche il Vesuvio.
 

Dal 2017, quel sentiero non è più percorribile, nonostante sia ancora presente nelle mappe ufficiali e sul sito del Cai Monti Lattari. Il sentiero 349a parte dal terzo tornante della strada Quisisana-Faito e sale sino ai castagneti, regalando meravigliosi scorci panoramici di Castellammare e del Golfo di Napoli. L'episodio arriva al termine di un'estate che ha registrato numeri importanti per il Faito, con migliaia di turisti che sono tornati ad affollare la montagna. Ma c'è il timore che questo possa essere un inquietante avvertimento che arriva dal vicino rione Scanzano, roccaforte del clan D'Alessandro. A poche centinaia di metri in linea d'aria, a inizio estate sono state trovate alcune piantagioni di canapa indiana, segno evidente che il clan stabiese sta cercando di appropriarsi di quei boschi.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino