Tre madri - hanno meno di cinquant’anni - e si confrontano sul destino dei figli. Che è successo dopo il blitz dei carabinieri? Chi ha fatto l’ultimo agguato?...
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A testa alta e sangue onorato
Ecco una citazione tratta dal profilo di facebook: «Siamo in un’era nella quale gli interessi prevaricano i sentimenti, gente che si reputa onorata e lega in stretto contatto con gente disoronata... noi sempre a testa alta»; oppure «vengo dalla vecchia guardia quella fatta da uomini con valori nascosti, la loro umiltà mi è stata trasmessa e la porterò avanti sempre.... il sangue onorato vincerà». E giù una valanga di «Mi piace» e commenti con le immagini di pistole e bombe, da parte dei seguaci mediatici di Mallo. Ed è proprio facebook ad offrire una sorta di traccia investigativa, una singolare coincidenza: Walter Mallo aveva stretto amicizia con Luca Ciotola, il pregiudicato ucciso ieri a Fuorigrotta, dove era agli arresti domiciliari. Circuiti social, non necessariamente investigativi. In un’altra chat, poi Mallo prende in giro le donne dei Lo Russo segnalate al festival di Sanremo: «Un altro infame pentito - dice a proposito di Mario Lo Russo - e poi se ne vanno a Sanremo».
Sparano davanti alla bimba di soli quattro anni
Cresciuta in contesti di criminalità organizzata (le hanno ammazzato il marito, e il fratello del marito), Addolorata Menna commenta evoluzioni e strategie del figlio: «Stanno facendo la guerra, prima della pace, stanno correndo troppo». Poi arriva Giulia Murolo (mamma di Vincenzo Danise) e anche la signora Lucia, tutte e tre nella casa del rione Don Guanella imbottita di microspie: «Stanno facendo proprio tarantelle grosse, guai grossi... sparano quaggiù... una bambina di quattro anni stavano colpendo, ma che stiamo scherzando? Manco fosse uscito pazzo (dice a proposito del figlio), ma chi ne ha idea delle stupidaggini che fanno questi qua...».
Agguati e stese per chiudere le piazze
Eppure la strategia di quelli dei Mallo - almeno stando alle indagini - era chiara: sparare in continuazione, anche 33 colpi alla volta, per bloccare le piazze di spaccio del Don Guanella e infliggere un colpo al cuore del sistema economico dei Lo Russo. Ed è una strategia efficace, almeno a giudicare dalla rabbia con cui Carlo Lo Russo commenta le azioni criminali dei giovani al seguito dell’emergente.
La rabbia del boss ora gli sparo 20 botte
È Lo Russo ad urlare ai suoi parole cariche di vendetta verso il giovane rivale: «Quello che stava insieme ai Vastarella... sono venuti un’altra volta all’una e mezza... mo mi ha scassato il cazzo sto Walter, mo vado sotto il palazzo della mamma e bum bum bum e sparo venti botte».
Meglio le rapine che gli agguati
E l’attenzione ritorna in casa del 26enne, dove il conciliabolo di donne e amici diventa un presidio fisso per commentare l’evoluzione criminale del quartiere. Scrive il gip Ferri: «Le donne sono veramente preoccupate per la sfida che i giovani hanno lanciato a gente che comanda nella loro zona da cinquant’anni». E la mamma di Mallo irrompe nella discussione: «Andate, andate a fare le banche, che prendete quei tre o quattro anni di carcere, ma tu vai contro a sti... a gente che sta qui da cinquant’anni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino